Ti porto via dalla plancia di comando di questo cimitero che prende il mare. Vecchia cellula erosa abituata ai venti, ne guido l'abside di vedetta. Tu nel ponte, sottocoperta, primo mio viaggiatore amato, a cui devo l'onore del viaggio. Non ti proteggerò dal lungo buio delle notti, ma sarò lucciola perenne che brucia con la tua, sfarfallando negli anni. La terra si è ricoperta di fiori, e io guido la carica della nave su cui ti sei imbarcato senza dirmi neanche "ciao" (e lo avresti voluto, anche per essere un'ultima volta mio).
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