Scritta da: Silvana Stremiz

Barometro basso

Il vento di scirocco prende forza di libeccio,
Le nubi corrono rapide sopra la luna,
La casa è sferzata come da un flagello,
Il comignolo trema sotto la raffica.

Una notte come questa, quando l'area allenta
La sua vigile stretta su sangue e cervello,
Vecchi terrori di Dio o di fantasma
Tornano in vita strisciando dalle loro caverne;

E Ragione s'avvede d'abitare
Una casa infestata. Ignoti casigliani
Affermano il loro squallido diritto di peccato
Con un titolo più antico del suo.

Presenze incorporee, affollata
Profanazione e rimorso del Tempo,
Sfuggite all'oblio, ripetono
Gli orrori del delitto sconsacrato.

C'è chi tenta di placare con preghiere l'ombra
I cui passi invisibili calcano il pavimento,
La cui paurosa irruzione sale le scale
O forza la serratura della porta vietata.

C'è chi ha veduto cadaveri interrati da tempo
Sottrarsi alla santa vigilanza,
Pallide forme sepolcrali; e ha perfino udito
Gli striduli lamenti d'un'anima in pena,

Errabonda sin che l'alba non abbia varcato
La tenebra dogliosa, e la terra stretto
Più a sé il manto sparso d'uragano, e cacciato
I lugubri fantasmi nella tomba.

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