Un vento improvviso si è alzato, a spazzare la valle, la piana, le strade si infila nel corpo degli alberi e li scuote con forza, a ripulire le chiome e poi solleva le foglie e le porta lontano. È quasi un balletto, vederle rotolare, salire gioiose, scappare, andare a cercare altre foglie con cui volare... e uscire da sotto la pianta imponente che, prima le ha generate, cresciute, amate e poi appassite ed infine, buttate come tossine inutili ed accartocciate. Invece, vederle volare come farfalle in cerca del fiore, affidarsi alla spinta del vento per continuare a ballare un minuetto che le porterà, dove non si sa, e poi, a morire e concimare, per poi rivivere ed essere giovani gemme, e poi, verdi e poi di nuovo le preferite... Vederle così, che si lasciano andare, ti porta a rimettere insieme i brandelli del tuo cuore e provare di lasciarli cablare e vagare, per capire se ritrovare la voglia di fare, di amare, dipende da te, dal tuo esser disposto a provare forme nuove di vita ed uscire da quell'ombrello di noia e di oppressione che è il quotidiano, oppure se, riuscendo col vento a decollare, non sia proprio quella naturale, la "vera vita" da coltivare, concimare e rigenerare.
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