Pur tu copia versavi alma di canto su le mie labbra un tempo, Aonia Diva, quando dè miei fiorenti anni fuggiva la stagion prima, e dietro erale intanto
questa, che meco per la via del pianto scende di Lete ver la muta riva: non udito or t'invoco; ohimè! Soltanto una favilla del tuo spirto è viva.
E tu fuggisti in compagnia dell'ore, o Dea! Tu pur mi lasci alle pensose membranze, e del futuro al timor cieco.
Però mi accorgo, e mel ridice amore, che mal ponno sfogar rade, operose rime il dolor che deve albergar meco.
Eppure tu, o Musa, un tempo versavi sulle mie labbra una feconda abbondanza di poesia, quando la prima stagione della mia giovinezza fuggiva e dietro di lei veniva questa età presente, che scende con me per una via dolorosa verso la muta riva del fiume Lete: ora ti invoco senza essere ascoltato;ohimè, solo una scintilla dell’antica ispirazione poetica è ancora viva in me. E tu, o Dea, fuggisti con lo scorrere del tempo, e mi lasci ai pensosi ricordi e ad un timore cieco del futuro. Perciò mi accorgo, e amore me lo ripete, che rare poesie, frutto di faticosa elaborazione, non riescono a sfogare il dolore che ormai inevitabilmente mi accompagna.
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