Deh! Mira, come flagellata a terra Italia serva immobilmente giace Per disperazïon fatta secura: Or perché turbi sua dolente pace, E furor matto e improvida paura Le movi intorno di rapace guerra? Piaghe immense rinserra Nel cor profondo; a che piagar suo petto, Forse d'invidia oggetto, Per chi suo gemer da lontan non sente? Ma tu, feroce Dea, non badi e passi, E a l'armi chiami, a l'armi, E al tuon dè bronzi e al fulminar tremendo E a l'ululo guerrier perdonsi i carmi. Cede Sabaudia, e in alto orribilmente Del tuo giovin, Campion splende la lancia; Tutto trema e si prostra anzi i suoi passi, E l'Aquila real fugge stridendo Ferita ne le penne e ne la pancia. Gallia intuona e diffonde Di Libertade il nome E mare e cielo Libertà risponde: L'Angel di morte per le imbelli chiome Squassa ed ostende coronata testa: Libertà! Grida a le provincie dome, Del Re dei folli Re vendetta è questa.
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