Irene candida, lascia le piume, T'affretta a cogliere leggiadri fiori Or ch'Alba fulgida spande il suo lume Co' nuovi albori. In mezzo agli alberi d'accanto il fonte Vedrai tu sorgere bei gelsomini; Li cogli, e adornati del vago fronte i vaghi crini. Mentre innoltravasi col gajo aprile Soave Zefiro là fur piantati, Da me alla morbida tua man gentile Poscia serbati. Il graziosissimo tuo cestellino Empi di mammole e di viole; Ma, bene badami, sfiora il giardino Prima del Sol Indi, sovvengati, Fanciulla mia, Che voglio un bacio al tuo ritorno, Nè vo' che al solito tu me lo dia Un altro giorno. Chè questo amabile giorno mai viene, E se anche in seguito così faremo, Gli anni andran rapidi, nè un giorno, o Irene, Goduto avremo.
Commenti