Certo per me, amico, è tempo di appendere la cetra in contemplazione e silenzio.
Il cielo è troppo alto e vasto perché risuoni di questi solitari sospiri.
Tempo è di unire le voci, di fonderle insieme e lasciare che la grazia canti e ci salvi la Bellezza.
Come un tempo cantavano le foreste tra salmo e salmo dai maestori cori e il brillio delle vetrate e le absidi in fiamme.
E i fiumi battevano le mani al Suo apparire dalle cupole lungo i raggi obliqui della sera; e angeli volavano sulle case e per le campagne e i deserti riprendevano a fiorire.
Oppure si udiva fra le pause scricchiolare la luce nell'orto, quando pareva che un usignolo cantasse "Filii et Filiae", a Pasqua.
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