Tra l'arido e sontuoso trono io mi sporgo e alzo l'indice verso il tempo, verso il mondo. Cerco brividi nei sogni e rallento il mio passo verso quelle lacrime azzurre, e ammirarmi nelle mie folgoranti fughe, indolenti e oscene come le maree. Guardarsi dentro ed impazzire tra profezie e credo, solitudine e follia, fingersi ancora cieco e chiudere il cuore. Maledetta vita che nulla hai di eterno! mi trapassi, mi percorri e mi logori con la violenza di uragano. Vola basso e avrai la vita eterna, vola in alto e guarderai da vicino i falchi, pensa: potresti seguirli. Siedo ancora, dormo ancora. Maledetta vita che nulla hai di eterno! Che vigili attraverso il tempo e nutri gioie e dolori, apatia e sconcerto, follia e paura, non mantieni i patti. Corri forte prima degli altri, corri lento e fermati a guardare, osserva quanti residui lasciano le tue malefatte e le tue vittorie, non ci saranno storie, ma opinioni. Ancora, maledetta vita che nulla hai di eterno! Soggiorni nelle mie stanze e m'insegui mi trastulli come una dea bendata, volti pagine lasciando rughe e pene.
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