Quante gioie si possono vivere osservando una pianta o un fiore soltanto, emozioni diverse, diversi i messaggi d'amore che, sul mio grande terrazzo, in cortile, promanano dal profumo della natura già in fiore.
Al risveglio io questa mattina osservavo: "non mi sono sentito mai tanto importante ed amato, così come da quando io vivo circondato dai miei tre gattini". Mi tengono d'occhio, non mi lasciano mai, si rincorrono l'un l'altro, ma sempre girandomi intorno.
Son loro i padroni di casa e mi tengono sotto controllo, se indosso la giacca e raccolgo la borsa e le chiavi si parano avanti e guardandomi fisso negli occhi, scodinzolando la coda, mi chiedono... "perché te ne vai e ci lasci qui soli?" Dispiaciuti, m'accompagnano, da veri padroni e signori, sull'uscio di casa, un confine per loro interdetto non occorre ch'io chiuda la porta è ubbidienza e rispetto che vien dall'affetto. Quando arrivo, al ritorno, è una festa, come tanti desiderano in casa; il primo di loro che avverte i miei passi, scatena l'allarme, è la gioia, e incomincia la gara a chi per prima mi salta poi addosso, si rincorrono l'un l'altro portandosi avanti, ritornando all'indietro, è tutta una festa, e che festa, un'emozione che rincorre poi l'altra nel cuor nella mente proietta all'opposto un comportamento mancato d'affetti dovuti più cari. Nel mentre rientro io in casa già si è rotto il silenzio, il baccano sovrasta ogni cosa e il lor sentimento d'affetto ti riempie di gioia. Porgendo nella ciotola il cibo tenuto d'acconto per loro scatena una gara a chi per prima afferra la preda, a chi per prima, più veloce, l'ingoia e ripulisce tutto ciò che durante la gara è finito per terra. Una grignata, ogni volta, tra loro, non manca giammai, tra Elle, già nata arrabbiata e Poppa che ogni tanto infastidita risponde con una potente zampata nel mentre Cippino s'adagia tranquillo e guardingo ad un tempo a mangiare gli avanzi. Poi la calma, ciascuno riprende il suo posto per assaporare tranquillo il suo giusto riposo lisciandosi i baffi o facendo toilettes leccandosi l'intero suo corpo. La mia Elle sorgnona, mentre sembra lei dorma, controlla e distingue ogni mio movimento: se salgo, se scendo, se sbrigo faccende d'ufficio o di casa, ma se scendo per andare a dormire con un balzo in avanti mi precede sul letto ed imperterrita aspetta. Se son io ad arrivare per prima s'accosta e si ferma seduta per terra ed osserva... per lei il segnale è nel gesto di vedermi deciso a rimboccar le coperte. Qualche volta mi diverto a ritardare il segnale, ma lei rispettosa è lì ferma e imperterrita attende. Una volta arrivata al mio fianco si gira e rigira su se stessa più volte poi si adagia aspettando sia io a lisciarle dolcemente il suo pelo sul dorso, sul viso per poi rigirarsi e farsi accarezzare il pancino. Se mi giro di spalle nel letto, non passa un momento, si rialza, mi scavalca e ripete ogni suo movimento per goder della gioia di una carezza d'amore con sentimento elargita. E così stabilisce quell'amor naturale tra gli umani il più delle volte deluso o negato. Nella notte, se mi alzo, anche più di una volta, lei già sa ch'io vi faccio ritorno e resta paziente ad aspettarmi al suo posto. Come faccia a capirlo quando in piedi non faccio ritorno, è sempre per me una gran meraviglia: mi precede e con un salto è già in terra e comincia con il suo miagolio insistente, finché non mi decido a servirla ed è lei che col suo fare rumoroso e insistente poi chiama a raccolta sia Cippino che Poppa.
Come posso sentirmi io solo con l'amor che mi danno e che vogliono!?
C'è Poppa ch'è normale sia incinta ogni volta e manifesta con tenero amore dolcemente il bisogno che sia proprio io a farle le fusa, per cui mi salta sul petto, specie quando un po' stanco mi sdraio sul letto e strofina la testa fin tanto non le manifesto in qualunque maniera il mio affetto, poi va tranquilla, ma se arriva il momento... che avverte in anticipo, sono io la sua mamma e vuole qualsiasi sia l'ora, sia io che l'assista nel travaglio e nel parto. È così che più di una volta, ai piedi del letto, con gran meraviglia e con quasi le lacrime agli occhi, ho contato: fuori uno, e poi due ed il terzo ed il quarto, e qualche volta anche un quinto gattino, assistendo al suo impegno tutta intenta alla svelta, man mano, a pulirli ingoiando ogni cosa, placenta compresa. Con quanto amore ed umana passione mi guarda negli occhi e con lo sguardo orgogliosa mi invita a toccarli, i suoi piccoli nati, ma mai più di tanto. Se li sollevo prendendoli in mano mi sgrida grignando finché non li vede riposti al suo fianco. Ogni volta, la vedi, si sente matrona, si sente importante, è di nuovo già mamma della bella nidiata, allatta i suoi piccoli e pretende un po' più di attenzioni, mi sembra dovuto è normale.
Che bella! che dolce visione vedere Cippino aiutarla e sdraiarsi a lei più vicino possibile e quasi invidioso vorrebbe anche lui poi allattarli e con le zampine le allunga ed abbraccia la mamma e anche lui, come trepidante e tenero padre, si lecca i neonati, e non li lascia un momento li rassicura con la sua presenza costante. Al mattino, mi capita spesso m'affaccio all'ingresso in giardino e per Cippi è una festa, perché vuole ch'io noti la sua sveltezza a salire sul tronco dell'albero e di corsa arrivare sin sopra alla cima, per poi scendere e girarmi d'intorno fintanto non gli dico io "bravo".
L'altro giorno, non l'ho visto, ma credo gli sia andata un po' male: m'han regalato due tartarughe ben grandi che ho riposto nella piccola vasca con l'acqua in giardino e lui camminando sul bordo vorrebbe annusarle, forse solo curioso o per fare amicizia, ma qualcosa gli sarà andata poi male, l'ho visto moggio moggio rientrare io in casa col musetto tutto rosso e un po' gonfio e una ferita ad archetto ancor sanguinante.
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