Non ha tombe per me Poggioreale. Hanno pace i miei cari laggiù tra colli onde fraterno ai morti torna d'autunno il vento.
Qui dan senso d'angustia loculi sovrapposti e urbana pompa d'arche e di marmi. E il "recinto dei grandi" non mi commuove più che i vostri nomi su scarne croci, antichi montanari, a sommo della piana ove fumano lontane locomotive tra gli ulivi e il mare.
Piccolo cimitero tutto ascolto odoroso di greggi sul pendio.
È sì breve il cammino dalle case al cancello. Ci si abitua al pensiero di quest'ultima strada come del verde viottolo nel campo del vicolo che scende ai gradini corrosi della chiesa.
E quell'estremo andare s'attende come il tempo certo delle castagne dei grappoli dorati delle nubi che vanno al Reventino.
I vecchi hanno un sorriso dolce e bianco se ricercan laggiù qualcuno cui da tempo vorrebbero ridire tante cose nella vecchia osteria e che attende, in ascolto: è sì breve il cammino dalle case al cancello.
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