L'ultimo suono del tuo addio, mi disse che non sapevo nulla e che era giunto il tempo necessario di imparare i perché della materia.
Così, tra pietra e pietra seppi che sommare è unire e che sottrarre ci lascia soli e vuoti. Che i colori riflettono l'ingenua volontà dell'occhio.
Che i solfeggi e i sol implorano la fame dell'udito. Che le strade e la polvere sono la ragione dei passi.
Che la strada più breve fra due punti è il cerchio che li unisce in un abbraccio sorpreso.
Che due più due può essere un brano di Vivaldi. Che i geni amabili abitano le bottiglie del buon vino.
Con tutto questo già appreso tornai a disfare l'eco del tuo addio e al suo posto palpitante a scrivere La Più Bella Storia d'Amore ma, come dice l'adagio non si finisce mai di imparare e di dubitare.
E così, ancora una volta tanto facilmente come nasce una rosa o si morde la coda una stella fugace, seppi che la mia opera era stata scritta perché La Più Bella Storia d'Amore è possibile solo nella serena e inquietante calligrafia dei tuoi occhi.
Ecco, vedi? Non capisco come un invito a protestare venga fatto lasciare passare così tanto facilmente e se scrivi culla ti sequestrano... Mi sembra una presa per ildidietro...
Non se ne può più... E' il quinto commento che inserisco consecutivamente in merito allo stesso aforisma... Tutti in attesa di approvazione... awerghtyjhjklghty!!!
Non lo so Vincenzo... Forse è come dici tu, allora avrò commesso l'errore di voler entrambe le cose senza rinunciare a nessuna delle due... Perchè ho sempre creduto che il vero amore sia quello che ti rende libero di essere, in grado di amare la Verità, in tutte le sue sfumature, comprese quelle brutt3...
Non lo so Vincenzo... Forse è come dici tu, allora avrò commesso l'errore di voler entrambe le cose senza rinunciare a nessuna delle due... Perchè le illusioni non mi piacciono e perchè ho sempre creduto che il vero amore sia quello che in grado di amare la Verità, in tutte le sue sfumature, comprese quelle brutte...
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