Il significato perduto (alle vittime del Pakistan)
Urla, soffocate dal fango che ha sepolto vive migliaia di persone, protagoniste di un'ecatombe biblica per proporzioni e per catastrofici effetti sui superstiti, tra cui bimbi indifesi mangiati vivi da mosche che assistono impotenti alle loro agonie, mentre il Mondo resta a guardare attonito e indifferente a una sofferenza che non lo riguarda ritenendosi innocente di fronte agli scherzi di un tempo che porge su un piatto d'argento la testa di innocenti senza la richiesta di una Salomè che si spogli dai veli bensì si assiste ai volti che ne sono coperti in modo più spudorato, sottraendosi così alla vista di quelle vittime in virtù dell'esser parte di una società cosiddetta civile, solo perché compra il pane o si ammira in uno specchio, senza badar di soffocare l'altrui libertà in nome di quella propria, il cui prezzo è disumano se si pensa che quel piatto posto sulla bilancia avente come contrappeso la coscienza non dia come risposta giustizia, perché si calpestano i diritti dei più deboli in nome di quella civiltà che non ha senso finché trincerata dietro l'illusione di una libertà che ha cancellato il significato, quello vero, di umanità.
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