Credevo di potercela fare di non stare sempre li con gli occhi fissi a guardare la mia vita che scomponendosi in bit fluisce in altri chip. Non mi sento strano, strano è diverso e di unico ho solo il nome che non uso più. Mentre cammino per le alte mura non mi interessa la natura ma ticchettando come donna di facili costumi sul cellulare cerco campo per chattare. Mi rendo conto che per starmi un po' ad ascoltare le cuffie devo indossare e dopo aver ascoltato il mio brano tutto diventa più chiaro. Come un ingranaggio moderno io sono base e navicella porto e nave prodotto e produttore autosufficiente nella mia inesperienza di vita che ormai non cambierò più.
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