Scritta da: Pietro Saglimbeni

Homo Nominans

Un certo giorno, di un certo anno, un certo Dio
prese per mano il figliolo prediletto e lo portò
sulla più alta montagna della terra; tanto alta
che da lassù s'intravedevano, da un versante
e dall'altro, i fianchi arrotondati del globo.

Figliolo, gli disse, guarda le cose a vista e quelle
nascoste; ammira gli animali e le piante, i mari,
gli estesi territori e i fiumi in corsa; cerca nel cielo,
fruga nell'acqua. Un giorno figliolo tutto questo sarà come te stesso: ma dovrai nominare ogni cosa.

Il figlio guardava il padre che parlava: non guardare
me, non nominare me! Che sono colui che sono! Che ho
chiamato il cielo, cielo! E la terra, terra! Che ti chiamo: Adamah, per come sei, dalla terra venuto che alla terra
ritornerà. Adesso tu continua: tu, dagli un nome!

Ammutolito Adamah ruminava pensieri, tra se e se
misurava il fiato; mormorava, balbettava. Nella bocca
di un uomo, per prima volta, il vento si faceva parola:... mh... mum... mem... mam... mamm... mamma!
La voce umana echeggiò ed errò così di valle in valle.

Adamah e i suoi eredi andarono battezzando l'universo; chiamando il pane pane e il vino vino riempirono così i granai, le botti e i dizionari; costruirono muri di città e immense torri; fruttificarono alberi di melo e di banano; separarono madre da metro; e puntarono verso l'infinito.

Fu dato un nome ai compagni di viaggio, ai terrestri fratelli di vita che poterono gracidare, ululare, cinguettare;
il leone volle ruggire ed il gatto miagolare; mentre l'aratro
solcava la terra e la nave il mare; così la ruota strideva
e cigolava sul selciato e l'aereo poteva rombare nell'aria.

Le parole cominciarono a volare con ali proprie: fiorirono idiomi per tutta la terra che seminarono versi, inni e canti;
lanciarono al vento qualche incomprensione e troppo spesso raccolsero tempeste. I nomi si fecero Cesari e furono guerre;
si dissero Joshua o Gandhi dando agli umani segni di pace.

Nel nome lapidario del nome, non dimenticare nessun nome;
ama ogni nome come te stesso; e il sospirato fiato sia ricordato.
Verbo del verbo che diviene carne; che completa l'equazione nell'evoluzione: il corpo umano, sia parola. Mongolfiera pindarica, stradivario galvanizzato nell'algoritmo complesso del tuo nome.
Composta nel 2007

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    Scritta da: Pietro Saglimbeni
    Riferimento:
    L'importanza dei nomi, il potere di nominare. Si esiste perché si ha un nome.

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