Viaggiavo come un relitto nel mare in tempesta. nessun'isola all'orizzonte nessuna nave che incrociasse la mia rotta.
La salsedine mi dilaniava la carne gli occhi ridotti a due fessure e le labbra screpolate e sanguinanti.
Dio, non immaginavo fosse così difficile morire. Non potevo sapere che il mio corpo, con inaudito accanimento, potesse lottare così strenuamente per vivere.
Ma non sarebbe durata a lungo l'agonia. Già, in lontananza, mi parve di scorgere dei volti. O erano semplicemente nubi venute a ghermirmi.
Fradicio era il cuscino quando mi svegliai d'improvviso. Tumultuoso il mio cuore quando mi girai sul fianco.
E tu eri lì. Tu, la mia isola deserta Tu, la mia nave venuta in soccorso Tu, che mi hai ridato la vita.
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