A gottare ci si bagna mani e piedi per un tappo che salta come a capodanno. Spiacevole e piacevole di un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto nello spazio d'un secondo. Non so se il vuoto è opera d'un sorso tutto d'un fiato che soffoca il singhiozzo di chi ha bevuto dolce o salato. Ognuno retrocede e avanza anche per un sorpasso. Di spalle il porto è un altro orizzonte della mia stanza per riconoscersi in qualche angolo di spavento. Dentro o fuori da questa vasca io tiro i remi in barca fuorché abbandonare l'ultimo scoglio invisibile con la bottiglia della solitudine. Il mare a piedi è la pazienza che ricopre il cielo del suo indirizzo.
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