Piove nella mia bocca dove si raccoglie il salto delle rane ed il morbido riflesso che ammicca l'acqua al sole.
Gorgoglia il sangue nella mia gola con la voce della marea che parla alla luna e carezza la terra.
Sulla pelle si rapprende la luce del giorno mentre i sogni se ne vanno in schiuma di birra e la notte gioca con le ore una partita senza fine in cui la posta altrui è il mio cuore.
Prendo una paglia fra i tulipani ed a sorte con la sorte baratto immagini e parole con manciate di fango e polvere di corallo;
si schiude la stagione nei miei occhi così che vedo unito al frutto l'occhio opaco dell'annegato, ed uno viene dalla radice e l'altro fasciato di piume galleggia cullato nel volo dei gabbiani.
Si sgranano in sabbia le mie ossa mentre le vene si radicano nella carne fatta di terre e come petali dai rami si staccano parole dalle mie mani: il vento le porta mentre si mostrano e tacciono.
Ciao carissima ho apprezzato moltissimo i versi di questa poesia apocrifa. Io sono un cantautore, voce e chitarra della band Hidrìa www.myspace.com/hidria nel quale puoi trovarci.
Mi piacerebbe molto poter musicare questi versi, anche perchè ho in progetto di fare uscire un album di poesia apocrife musicato dalla mia band-orchestra e quindi mi servirebbero alcune informazioni.
Se ti va di aiutarmi in questa impresa attraverso questi versi puoi contattarmi attraverso la mia e mail: eugenio.panorm@hotmail.it
ti ringrazio per avermi letto a prestooooo ciaoooo.
Eugenio Panòrm
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