Fingevo di ammalarmi e tu venivi dal cielo, angelo mio, per consolarmi; mi provavi la febbre e trepidante mi rimboccavi bene le coperte e mi baciavi, lieve, sulla fronte.
Di colpo io fingevo di guarire, ti prendevo sul letto e ti baciavo e poi ti penetravo tutta notte. Ma, al primo canto del gallo, tu sparivi.
Adesso io mi sento proprio male, la falce della morte mi accarezza e i diavoli stanno attorno al letto aspettando la mia anima dannata.
Ti chiamo disperato e tu non senti. Angelo mio, perché tu non mi credi? Io non sono capace di mentire, sto morendo e il mio cuore già non batte. O mio angelo, tu devi venire, hai dimenticato qui le tue ciabatte.
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