Capodanno alla stazione 11 e 42 parte l'ultimo treno come ieri e forse come domani tu avvolto nel tuo marmo, rimbrotti i panettoni dondolanti dei pendolari e il vociare vernacolare dei ferrovieri
11 e 50 il tuo catarro stride sui binari vuoti nelle rotaie di una vita e nei piedi di una città assorta nella nebbia e nell'indifferenza
11 e 57 le righe del tuo volto volteggiano padrone nel silenzio del vecchio anno canti felice per spiccioli di serenità mentre fiocchetti e danzi libero abbracciando di tenero amore la bottiglia di barbera e le pupille affogano nel delirio dell'ebbrezza
00. 05
parte il primo fischio ti alzi gelido, fiaccato nel sospetto della vita che continua rovesci le bollicine sulla piattaforma di catrame poi a terra nuovamente alla stazione di Milano.
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