Scritta da: Silvana Stremiz

Il Cane

Noi mentre il mondo va per la sua strada,
noi ci rodiamo, e in cuor doppio è l'affanno,
e perché vada, e perché lento vada.
Tal, quando passa il grave carro avanti
del casolare, che il rozzon normanno
stampa il suolo con zoccoli sonanti,
sbuca il can dalla fratta, come il vento;
lo precorre, rincorre; uggiola, abbaia.
Il carro è dilungato lento lento.
Il cane torna sternutando all'aia.
dal libro "Myricae" di Giovanni Pascoli
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Tra il dolore e la gioia

    Vidi il mio sogno sopra il monte in cima;
    era una striscia pallida, cò suoi
    Boschi d'un verde quale mai né prima
    vidi né poi.
    Prima, il sonante nembo coi velari,
    tutto ascondeva, delle nubi nere:
    poi, tutto il sole disvelò del pari
    bello a vedere.
    Ma quel mio sogno al raggio d'un'aurora
    nuova m'apparve e sparve in un baleno,
    che il ciel non era torbo più né ancora
    tutto sereno.
    dal libro "Myricae" di Giovanni Pascoli
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Pioggia

      Cantava al buio d'aia in aia il gallo.
      E gracidò nel bosco la cornacchia:
      il sole si mostrava a finestrelle.
      Il sol dorò la nebbia della macchia,
      poi si nascose; e piovve a catinelle.
      Poi fra il cantare delle raganelle
      guizzò sui campi un raggio lungo e giallo.
      Stupìano i rondinotti dell'estate
      di quel sottile scendere di spille:
      era un brusìo con languide sorsate
      e chiazze larghe e picchi a mille a mille;
      poi singhiozzi, e gocciar rado di stille:
      di stille d'oro in coppe di cristallo.
      dal libro "Myricae" di Giovanni Pascoli
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