Scritta da: kuttyale
Ci sono queste persone che corrono
una fermata, poi l'altra
che non ti basta il fiato
un corpo contro un altro corpo
con tutte le lingue, tutti gli accenti
di un popolo in fuga
perché qui l'amore è sotterraneo
e di fretta
servono altri biglietti, metrò più veloci
per uscirne vivi
io apro la bocca e la tengo ferma, forte
coi denti lì
a consumare la lingua
e me la mangio tutta
senza scuse
questa voglia di correre
con le mani in tasca, immobili
come se aspettare avesse addosso un viaggio
che solo lo sguardo pare allontanato.
dal libro "L' esperienza della pioggia" di Stefano Lorefice
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    Scritta da: kuttyale
    tutti compatti, vicini, schiacciati 17
    in un pub che dà scampo solo ai più sorridenti
    tra gli occhi di chi si conosce
    e chi nuovo ha la voce più forte
    che bisogna portare ciascuno un colore
    e non pensare al freddo fuori
    e chiedere d'altri
    e lasciare fare ad altri ancora
    non bisogna essere vecchi, sventolare certezze
    ci si accontenta di stare
    neanche troppo comodi
    tra un sorriso e la musica che non interessa
    che c'abbiamo grandi pianure dentro
    e laghi
    e abbracci
    ma nascondiamo ancora le mani
    per pudore
    per proteggere l'interno più tenero.
    dal libro "L' esperienza della pioggia" di Stefano Lorefice
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      Scritta da: kuttyale
      Prendi i pochi prezzi rimasti
      dove il corpo subisce lo scatto rabbioso del sangue
      con le vertebre dure
      schiacciate
      ma comunque lì, a sopportarne il peso
      è un corpo che si rende conto
      di chi siamo noi
      indietreggia
      ritira
      s'accorge del disordine
      e che si può morire
      scorticati
      scavati dal sole
      come pochi pezzi di pane
      è nella mancanza il nostro andare incerto
      è alla fermata degl'autobus
      ch'è un raduno di gente senza criterio
      nello scompiglio
      precipitata via
      in un viaggio che non si sa per dove
      mascherato da un ridere sotto, nel basso delle facce
      e dalla cortesia
      di chi il ritardo lo sconta addosso
      con una dignità che difende, ch'espone
      che preme e se ne sta lì
      come noi
      attaccati a quel che si può.
      Composta mercoledì 30 aprile 2008
      dal libro "L' esperienza della pioggia" di Stefano Lorefice
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        Scritta da: kuttyale
        Dovremmo sedere attorno alle cose
        alla loro vera posizione
        come dei messaggeri su un vecchio sentiero
        che riposano
        come gente che conosce ciò ch'è scritto
        senza la finzione che muove la voce
        dovremmo ristabilire la gravità che porta al centro
        non questo fracasso di strade
        che barcolla, con ancora il mattino incastrato fra i denti
        e si raccoglie agli angoli, attende l'agguato
        mentre il rumore di passi esita
        intuisce l'errore
        e la difesa ci costringe ad arretrare
        che stiamo qui, adesso
        che c'è poco spazio
        e i corpi stanchi sfregano
        consumano
        dimenticano.
        dal libro "L' esperienza della pioggia" di Stefano Lorefice
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