Le migliori poesie di Wislawa Szymborska

Poetessa, saggista e traduttrice, premio nobel alla letteratura 1996, nato lunedì 2 luglio 1923 a Kórnik (Polonia), morto mercoledì 1 febbraio 2012 a Cracovia (Polonia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi.

Scritta da: Marilena Aiello

La gioia di scrivere

Dove corre questa cerva scritta in un bosco scritto?
Ad abbeverarsi ad un'acqua scritta
che riflette il suo musetto come carta carbone?
Perché alza la testa, sente forse qualcosa?
Poggiata su esili zampe prese in prestito dalla verità,
da sotto le mie dita rizza le orecchie.
Silenzio - anche questa parola fruscia sulla carta
e scosta
i rami generati dalla parola "bosco".

Sopra il foglio bianco si preparano al balzo
lettere che possono mettersi male,
un assedio di frasi
che non lasceranno scampo.

In una goccia d'inchiostro c'è una buona scorta
di cacciatori con l'occhio al mirino,
pronti a correr giù per la ripida penna,
a circondare la cerva, a puntare.

Dimenticano che la vita non è qui.
Altre leggi, nero su bianco, vigono qui.
Un batter d'occhio durerà quanto dico io,
si lascerà dividere in piccole eternità
piene di pallottole fermate in volo.
Non una cosa avverrà qui se non voglio.
Senza il mio assenso non cadrà foglia,
né si piegherà stelo sotto il punto del piccolo zoccolo.

C'è dunque un mondo
di cui reggo le sorti indipendenti?
Un tempo che lego con catene di segni?
Un esistere a mio comando incessante?

La gioia di scrivere
Il potere di perpetuare.
La vendetta d'una mano mortale.
Wislawa Szymborska
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    Scritta da: Andrea De Candia

    Fotografia della folla

    Nella foto della folla
    la mia testa è la quarta dal bordo
    o forse la settima da sinistra
    o la ventesima dal basso;

    la mia testa non so quale,
    non più una, non più unica,
    già simile alle simili,
    né femminile, né maschile;

    i segni che lei mi manda
    non sono affatto particolari;

    forse lo Spirito del Tempo
    la vede, però non la guarda;

    la mia testa statistica,
    che consuma acciaio e cavi
    tranquillamente, globalmente;

    è qualunque e non si vergogna,
    è scambiale, e non si dispera;

    è come se non l'avessi fatto
    a parte, a modo mio;

    è come se si scavasse un cimitero
    pieno di crani anonimi
    di buona conservabilità
    nonostante la mortalità;
    come se lei già fosse là,
    la mia testa d'altri, di chiunque -

    dove, se qualcosa ricorda,
    è il suo avvenire profondo.
    Wislawa Szymborska
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      Scritta da: Andrea De Candia

      Metafisica

      È stato, è passato.
      È stato, dunque è passato.
      In una sequenza sempre irreversibile,
      poiché tale è la regola di questa partita persa.
      Conclusione banale, inutile scriverne,
      se non per il fatto incontestabile,
      un fatto per i secoli dei secoli,
      per l'intero cosmo, qual è e sarà,
      che qualcosa è stato davvero,
      finche non è passato,
      persino il fatto
      che oggi hai mangiato gnocchi con i ciccioli.
      Wislawa Szymborska
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        Scritta da: Andrea De Candia

        Movimento

        Tu qui piangi, là si balla.
        Nella tua lacrima, cioè.
        Là si ride, c'è allegria.
        Là non sanno alcun perché.
        Come un brillio di specchi.
        Come guizzi di candele.
        Quasi portici e scalini.
        Scatto bianco di polsini.
        Quei leggeri O e H.
        Cloro e sodio, bei soggetti.
        E l'azoto damerino
        in cortei piroettanti
        su e giù sotto la volta.
        Tu qui piangi, e ben gli suona.
        Eine kleine Nachtmusik.
        Chi sei bella mascherina.
        Wislawa Szymborska
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