Scritta da: Umberto Zavagno

Sesso profondo

Le acque si infrangono sul ruvido scoglio
e si dividono per correre e spegnersi a riva
così
le mie mani scendendo sul tuo collo
e si dividono sui tuoi seni veementi.
La mia lingua si stampa sulle tue labbra
e scende umida seguendo le mani
i due petti si incontrano
e scivolano via dolcemente
nell'umido sudore dell'amore.
Ma le mani arrivano prima
e per prime sentono il calore
e si tuffano in quella selva rossiccia
aprendola
e la lingua vorace
si infila all'invito
vibra e si contorce nel umido buco
dischiuso all'amore
e mentre la mia carne riempie la tua bocca
stringo i tuoi fianchi
ti mordo, ti bacio, ti penetro.
Il tempo si ferma
l'aria si riempie di gemiti
i corpi sussultano
si arcuano si fondono
le mani corrono frenetiche
le bocche si ritrovano
e la mia carne rientra nella tua
come il mare esaurisce la sua corsa
deponendo la sua acqua a riva
io mi esaurisco deponendo la mia.
Umberto Zavagno
Composta giovedì 3 luglio 2008
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    Scritta da: Umberto Zavagno

    L'inutile ritorno

    Bella eri nel tuo dolore
    gli occhi brillavano sulla tua impazienza
    mi piacevi molto di più
    con quei capelli zingari
    e gli occhi scuri
    ti strinsi come la prima volta
    ma ti abbandonai in quella stanza
    non volli sentire
    la tua voglia di vivere era la mia
    ma sapevo
    di stringere una foglia appassita
    che presto il vento
    avrebbe disperso in pezzi diversi
    e io
    impotente a guardare
    incrociai il tuo sguardo
    il sorriso forzato
    la fierezza del volto
    andiamo
    qualcuno gestisce il nostro destino
    puoi solo dire:
    andiamo
    non ti vidi partire questa volta
    quel salame tagliato
    quelle foto rubate e perdute
    vivono nel mio cuore
    quella scura maglietta
    si in volo sparisci
    le lacrime si asciugano
    c'è sempre un posto per te
    nella mia piccola casa.
    Umberto Zavagno
    Composta domenica 19 agosto 2007
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      Scritta da: Umberto Zavagno

      Dubbio

      No non sei bella
      ma sei donna più che mai
      ti sciogli con me
      per quell'amore che hai tanto cercato
      ne approfitto
      ma non sono falsi baci i miei
      il calore che ti do è vero
      vero come quando accarezzo un cerbiatto
      che vedo selvaggio e fragile come te
      qui forse sta l'inganno
      il confine fra il vero amore
      se mai esiste e si incontra
      non batte rapido il cuore
      come batte per lei
      il tempo è passato
      i capelli bianchi ormai
      forse recito una parte
      già troppo voluta
      ma piace il tuo viso
      che riposa sul mio petto
      piacciono i tuoi sussulti, i tuoi brividi
      no nessuna ho mai stretto così
      ma forse stringo anche un amore perduto
      o stringo una donna ferita dal tempo
      come quando stringo un uccello ferito
      cosa dire di me
      chiedo perdono
      ma ho bisogno del tuo amore
      poi il tempo dirà
      se sbagliammo ancora
      o insieme fin dove cade il sole.
      Umberto Zavagno
      Composta domenica 9 novembre 2008
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        Scritta da: Umberto Zavagno

        Aprile

        Ancora una festa da solo
        la rabbia dentro
        qualcuno entrò in quella casa
        mi rese straniero
        i muri
        muti testimoni del mio dolore
        non più i respiri e le tossi
        non più mi alzavo a coprirli
        il sospiro al loro rientro
        l'ombra del tuo corpo
        disteso nel buio accanto
        niente manca di più
        tutto si dissolse
        io migrai lontano
        non ci sono mari e monti
        per cancellare un ricordo
        il pensiero sempre lì
        brilla sempre come un sole
        gelido
        allora una fuga a Vienna
        una rosa
        un sorriso
        un amore
        ma non serve
        non sei tu
        non ci sono loro
        torno allora in altre tristi mura
        sempre bianche e silenziose
        il caldo di un camino
        non è come accanto a te
        le fiamme ardono e bruciano
        e distolgono i miei pensieri.
        Umberto Zavagno
        Composta nel 2006
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          Scritta da: Umberto Zavagno

          Vorrei

          Torno ancora in quella chiesa
          cerco qualcosa di te
          ma tu non entri mai
          vorrei il suono chiamasse anche te
          iniziare ancora quel gioco
          una nuova promessa
          non importa cosa è stato
          baciamoci ancora e vedrai
          sentirai il profumo dei boschi
          il freddo della neve
          il rumore delle onde
          camminiamo ancora in questo mondo
          con dietro il rumore dei nostri germogli
          che teneri più non sono
          riprendiamo il sentiero
          torniamo a guardare lontano
          stringi la mia mano
          come stringevo la roccia salendo
          uniamo ancora i nostri respiri
          perché soffrire ancora
          perché la solitudine
          meglio asciugarsi il viso
          da gocce di ruscello
          che da lacrime amare.
          Umberto Zavagno
          Composta nel 2008
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            Scritta da: Umberto Zavagno

            Piccole mani

            Molto lentamente
            le tue dita scorrono sulle mie
            esili e delicate
            sorprendi a vedere quanto sono piccole
            anche il tuo viso da bambina
            con le stesse paure del domani
            mentre bacio i tuoi piccoli seni
            colpevole mi sento
            non posso ritirarmi
            come davanti a ogni cosa che piace
            sia un fiore un lago o un monte
            io scorro sulla tua pelle profumata
            ti vorrei
            si ti vorrei mia per sempre
            anch'io però ho paura del domani
            non so se averti tutta sarà permesso
            si l'amore con te
            come sfogliare una margherita
            sperando che i petali non finiscano mai
            un tenero germoglio che non vorrei rovinare
            ma l'amore può rovinare e ferire
            se è diviso
            vedo già il tuo sguardo irato
            le tue lacrime offese
            rivedo me stesso
            la mia disperazione
            l'odio
            non sono ancora libero
            non so se lo sarò mai
            ma non so aspettare
            piace la tua pace
            piace vivere questo attimo
            spero non svegliarmi.
            Umberto Zavagno
            Composta nel 2008
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              Scritta da: Umberto Zavagno

              Arrivederci

              Si allontana il tuo viso
              forse mai più lo rivedrò
              i tuoi occhi si spegneranno
              come questo sole all'orizzonte
              mentre aspetto che tu parta.
              Quel giorno
              non sarò lì
              a stringere le tue mani
              sperando hai attraversato il mare
              se volerai ancora
              sarà in un'altra vita
              se sarai una rondine
              sai che ti aspetterò.
              Chissà
              a primavera alti nel cielo.
              Umberto Zavagno
              Composta nel 2007
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                Scritta da: Umberto Zavagno

                Granelli di sabbia

                In questi granelli di sabbia
                cerco ancora di te
                geloso ti guardavo
                quando nuda il sole prendevi
                stupido pensiero
                le mie carezze non capivi
                i miei giochi evitavi
                più in te la fede leggevo
                solo errori
                come pugni pesanti
                si abbattono sul mio cuore
                rimedio non c'era
                non più il ricordo di corse felici
                il tuo passo ha ceduto
                mi lasciavi lontano sulla via
                chissà
                con odio
                speravi forse svanissi lontano
                questo è il peggio dell uomo
                non tenersi sempre per mano
                perdere il gusto infantile
                e guardare la vita sognando
                lasciare quella mano
                come fossimo aquile
                con rostri e artigli
                capaci di un amore incredibile
                ma chiamati da spazi diversi
                il mare cancella le scritte
                si disperde la sabbia fra le dita.
                Umberto Zavagno
                Composta nel 2007
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                  Scritta da: Umberto Zavagno

                  Tramonto

                  Si disperdono gli ultimi raggi
                  fermarli vorrei
                  come ogni cosa che sfugge
                  in quei grigi tranquilli riflessi
                  che spesso mirammo estasiati
                  risento la tua anima
                  le dolci parole di un tempo
                  bagliori di stelle
                  rimandano le onde del mare
                  come quelle che vedevo brillare
                  negli occhi tuoi pieni d'amore
                  ma il sole si cela
                  così
                  sparisce anche la tua ombra
                  dipinta da me all orizzonte
                  solo rimane il rimpianto.
                  Umberto Zavagno
                  Composta nel 2007
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