Scritta da: Phil Ethasimon

Dio

Privilegiato osservatore, immerso ad indagar,
spazi infiniti, fascinosi e misteriosi,
in apparenti udienze di luci e tenebre,
immenso amor vero, ho potuto trovar.

Il destino

O fato, che governi per via l'umano,
donde tu venga sol l'accarezza,
che s'ello medita fatto arcano,
coincidenza, dice in leggerezza.

D'ironia mi pasco mia morta tristezza,
al rimembrar vile esperienza,
quando forza, volontà, bellezza
me parìa fossero libertà e potenza.

E l'omo che al caos s'attesta?
Non s'avrìa a rammaricar per lo passato,
s'ello crede che le sue gesta,
l'abbian reso tristo e fasciato.

E allor sfortuna tira in gioco,
cieco che non vede paradosso,
a pensar l'occulto misterioso,
giammai, l'elusivo iddio nascosto.

Burattino senza fili poverello,
lui d'assoluto non s'avvede,
che s'opra trame nel cervello,
ragion sua l'orgoglio crede.

O destino, che in ognuna nascita messe,
venia al gaio, libero zingarello,
che se natali nobili avesse,
viver s'aprìa a carità e furtarello?

O dolce, dolce luna dal tristo scherno
quando me celavi l'oscura metà,
me sentivo sprofondar nell'averno
ma t'ho in cor or, cara felicità!
Phil Ethasimon
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