Mentre passeggio, mi viene spesso di guardare ad un angolo di un giardino, e vedo una fontanella un un po' rovinata, un po' vecchia.
L'acqua che sgorga mi fa pensare a tutti quelli che si avvicinano e si dissetano, o riempiono bottiglie. Bambini, donne, vecchietti.
E penso a quanto ha vissuto questa fontanella, che in un posto di periferia, poco curata, ma pur sempre vivida e fresca. Mi prende una tenerezza, per la sua poco eleganza per il suo modo di dare a tutti. Mi chiedo anche se sa di essere così necessaria e utile.
Sei sempre in fuga, non riesco a vederti, a prenderti. Eppure mi guardi e pare che cogli il mio desiderio.
Hai forse paura? Che cosa è che ti fa fuggire sempre? Riesco una volta a prenderti a prenderti. Mentre impaurito cerchi di sottrarti. Le mie braccia ti tengono in un abbraccio.
Tremi, ma io non posso vivere senza di te. Ora non fuggi più.
Quante amarezze e tristezzti porti dietro dll'infanzia. Mamma, quanto ti desideravo, tu eri presa dai tuoi sconforti. E io rimanevo sola, senza la tua risposta.
Mamma, avevo bisogno di te, ma tu non c'eri per me.
Ma, quando eri libera, all'improvviso, del tuo misterioso dolore, tu eri distesa e nella rara dolcezza, eri la donna più meravigliosa del mondo.
Il tuo amore era così grande, ed io ero tanto felice e ti amavo sempre più.
Poi tornavi ad essere lontana.
Ma quei pochi attimi dolcissimi d'amore erano la vita per me.
Oggi, penso, mamma, un po' di più, solo un po' di più, non avresti potuto darmi?
Sopra il prato bagnato mi è caro il ventoso pino. Scherzano le rondini, battendo le ali. Sopra il cretoso tetto fragili tenere nuvole danzano nell'azzurro cielo.