Poesie di Gabriella Brancaleone

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Amici solo amici, abbiamo detto ieri
Solo persone che si voglion bene,
non siamo né rivali né stranieri
e neanche gente che si sente "insieme".

Perché il tuo sguardo non abbandona il mio,
e perché il gergo è sempre più assonato?
Un lieve tocco e un semplice fruscio
Ed oggi sei il mio dolce fidanzato.

Amore solo amore ci trattiene
E l'amicizia è andata un po' più in là
Oggi io vedo come stiamo bene
Uniti per la vita e per l'eternità.

Un giorno forse noi ritorneremo amici
O forse l'odio ci separerà:
ma non importa perché se lo dici
ogni pensiero dolce finirà.
Gabriella Brancaleone
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    Prima di te

    Un'ombra fatta solo di paure,
    un cielo pieno di malinconia
    traspare appena un cenno di figure
    non vedo uomini né amori andare via

    tutto è confuso non ricordo i nomi
    tutto si fonde nella mia memoria
    solo pagliacci o briciole di automi
    solo di pietra e non impressi nella storia.

    Nulla si ferma nel vorticare ardito,
    gira e rigira centrato sulla mente
    nulla più appare chiaro e definito
    e tu che non ti mostri chiaramente.

    Dove sei stato in questo tempo andato,
    dove hai nascosto la mia felicità
    ricordo solo un grido, e mi hai lasciato,
    t'avrei aspettato per l'eternità.

    Prima di te né baci né tormento,
    e prima ancora neanche una parola
    ti aspetterò perché ti so nel vento
    ti attende la mia gioia anche se sola.
    Gabriella Brancaleone
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      La strada

      La strada che da te m'ha separata
      È lunga e torta e nessuno l'ha spianata:

      Ricordo che è iniziato in una sera:
      sul bivio c'era scritto "vai di qua"
      ma i fiori e l'aria a primavera
      chiamavano il mio corpo per di là.
      Ricordo che correvo disperata,
      le luci intorno non mi risvegliavano,
      volevo rimanere innamorata,
      e il senno e la ragione non mi consolavano.
      A un tratto in una scritta lì impiantata,
      ho letto: non sei più desiderata,
      e il vento col suo fare da pirata
      m'ha preso stretta e via m'ha trascinata.
      Aiuto mi gridava forte il cuore:
      lasciatemi sperare nella vita
      e poi ci siam giurati eterno amore:
      ti prego non lasciar che sia finita.
      ... Ma poi, abbandonata sul sentiero,
      ho visto un uomo lasciato dall'amante.
      Un attimo e lui non mi era più straniero:
      l'amore è rifiorito in un istante.
      Un muro che si sfalda lentamente
      ben presto viene su ricostruito
      chissà che non resista eternamente
      e non che crolli sfiorato con un dito.
      Gabriella Brancaleone
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        Che dire

        Devo dire che mi piace il tuo sorriso,
        devo dire che stasera mi hai incantata,
        devo dire che son sola nel tuo viso,
        e nemmeno la paura mi ha fermata.

        Ma una cosa più d'ogni altra la direi:
        è che il giorno si avvicina alla tua sera,
        tutto il bene che nel sogno ti darei,
        si è gettato tra le fronde a primavera.

        Un amore abbandonato non si perde
        Nel perdono silenzioso si introduce,
        guarda, ascolta, pensa e poi nel verde
        del tuo cuore solitario mi conduce.
        Gabriella Brancaleone
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          Un paio di labbra sudate

          Un paio di labbra sudate,
          quest'oggi si sono toccate.
          Le mani cadute sui fianchi,
          lo sguardo socchiuso sui corpi già stanchi.
          La voce fermata su poche parole
          i venti dei nostri cammini
          portati vicini dall'ultimo sole.
          Parole riunite in dolci pensieri
          ci svelano cose già udite nel tempo di ieri...
          Seduti sui lunghi sentieri
          riposano i nostri destini,
          sfiatati da erte salite e da ripidi clini.
          Momenti di attesa e di luce
          e giorni di pace.
          La vita serena mi appare:
          un sogno che giace
          fermato nel nitido mare.
          Gabriella Brancaleone
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            Chi ascolta la mia voce?

            O mano mia veemente,
            carezzami la mente.
            O fulmine o boato,
            colpisci il mio peccato.
            O vento biricchino,
            solleva il mio destino,
            Che il sale ormai straniero,
            non nutra il mio pensiero.

            Nel suolo e nel mio viso,
            rinascono le viole.
            In fondo al mio sorriso,
            c'e un attimo di sole.
            In tutta la mia storia,
            ho visto una giornata,
            risplendere di gloria,
            sorridere accasciata.

            Tra il pianto e la pazienza,
            c'e un seme di illusione,
            c'e un atto di presenza
            e un grido di passione.
            In fondo al mio gridare
            " non essere marrano",
            ti ho visto ritornare
            a prendermi la mano.

            O dolce mio signore
            puoi rendermi il mio amore,
            O piccole fatine
            sondate le mie stime
            O grande Dio del pianto
            proteggimi d'accanto:
            ancora un sentimento,
            e fuggirò nel vento.
            Gabriella Brancaleone
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              Dopo l'incidente

              E mi nascondo,
              col volto coperto di pianto,
              lontana dai colori del mondo,
              portando le labbra al tuo manto,
              sperando nel tempo infecondo.

              Mi diparto da chi mi domanda,
              sorridendo di dargli un sorriso,
              mentre il cuore ancor vivo comanda
              una nuova speranza al mio viso...

              ... Non ricordo nemmeno il tuo odore
              che, mischiato nel vento, mi faceva impazzire
              io correvo seguendo il rumore
              di un misto tra amare e soffrire.

              Ma ben presto cadevo....
              nessuno mi offriva la mano
              e solo il destino mi invitava lontano:
              tante e lunghe parole...
              ... per poche illusioni di sole;
              e il piccolo fuoco annidiato nel seno
              intanto cresceva sul verde terreno.

              Un tantino di meno
              sarebbe bastato,
              a non farmi capire il mio gioco spietato:
              quante foglie da allora ho gettato lontano
              quanti rami ho strappato e bagnato...
              ma inutili gesti e sprecati pensieri
              han ben definito i miei desideri.

              Tu eri nel vero:
              io vivevo di un sogno straniero
              e le porte che ho attraversato
              non hanno svegliato il pensare sincero
              di un cuore colpito dal fato
              ... se solo io avessi sfruttato
              le poche parole che avevo imparato:
              altruismo, virtù e forse anche amore,
              ti avrei certamente scordato
              tagliando quel filo sottile e velato
              che imbriglia il mio cuore.

              L'avrei dunque spezzato,
              e senza ricordi lontani
              avrei scelto e forgiato
              un roseo domani....
              ma nulla di ciò che ho narrato
              è parte di me,
              il mio unico e splendido fato
              è intriso di te:
              quell'occhio straviato,
              quel viso sudato
              e quelle parole
              che parlano sempre d'amore;
              la voce un po' strana,
              la fretta e la calma un po' indiana,
              un misto di gioia e timore
              per rendere viva
              l'attesa più lunga e lontana.

              Il tuo corpo non c'è
              ma io non ti chiedo dov'è:
              aspetto nel tempo infinito,
              assieme a chi mi ha capito,
              coperta di zuccheri e ori
              vestendo i veri squallori
              di semi di rose e di prato
              creandomi un mito
              ogni giorno più scarno e sguarnito
              ma di nome Renato.
              Gabriella Brancaleone
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                Un sorriso alla vita

                Un sorriso alla vita hai dato stamane per noi
                ti abbiamo pensato, ti abbiamo voluto
                e tu ci hai sentiti, nel buio dov'eri,
                immerso nel tetro,
                hai vestito la luce di un nuovo colore.
                Per noi che soffriamo,
                hai reso alla vita un nuovo tepore,
                nel vento che amiamo,
                hai sparso la voce di un nuovo rumore,
                nel sole lontano,
                hai dato al destino un nuovo sapore
                più umano,
                e mentre giocavi col cuore,
                hai spento l'orribile dubbio che noi temavamo.
                Poi, sei stato vestito di bianco e innalzato al potere,
                nemmeno uno spazio di luce potevi vedere...
                ma, dentro al tuo cuore, la densa materia
                ti dava una nuova speranza,... più seria
                e il seme che hai dentro, incartato,
                sarà nuovamente sbucciato,
                per dare un sorriso alla vita
                ... e a chi ti ha creato.
                Gabriella Brancaleone
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                  Il segno inciso

                  Il segno inciso nell'ultimo gioco,
                  nascosto da un velo di gioia,
                  è arso nel nitido fuoco,
                  scoppiato in un'ora di noia.
                  Ho visto le stelle cadere dal cielo
                  sentito la voce del vento...
                  sembravano luci scattate nel gelo
                  di un cuore sgomento.
                  Parevan parole già note
                  confuse da fischi vibranti...
                  ma tutte le cose remote,
                  sentite nei tempi distanti,
                  confondono poche parole
                  rimaste per caso incastrate
                  nell'ultimo raggio di sole.
                  Venite e ascoltate
                  e poi giudicate la vita
                  io ho visto rinascere fiori
                  su terra bruciata e appassita
                  e ho scelto i giusti colori.
                  Le lunghe giornate trascorse nel vuoto
                  le ho tutte riempite di te:
                  mai più ricadranno su me
                  per farmi tornare nel tempo remoto.
                  Gabriella Brancaleone
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