Poesie di Francesco Verducci

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Tende la mano il giovane uomo
Chiede qualcosa
Implorante lo sguardo
Che Da ieri non mangia.
E venuto da lontano
In cerca di fortuna
Su un barcone che solo un miracolo
a tenuto a galla.
Solo sfortuna Ha trovato
fame e miseria
e il cielo per tetto che una casa non l'ha.
Come lui sono in tanti
Sparsi per il mondo
Dal paese fuggiti
e approdati nel vuoto.
Francesco Verducci
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    Vita

    M'incammino lungo sentieri che portano lontano
    e tra boschi e prati che ancora portano
    il segno del rigido inverno
    mi ritrovo ad ammirare il primo risveglio
    della terra che, anno dopo anno
    si rinnova come per miracolo.
    E mi vien da pensare ai tanti sfortunati
    che senza meta vagano perduti.
    E ai tanti che, nel loro vagare,
    la vita han perso nei flutti del mare.
    Dei tanti partiti, pochi sono arrivati,
    nella terra tanto agognata;
    molti han trovato solo odio e dolore
    e si son persi tra spirali
    di incalliti criminali.

    Piangiamo noi oggi i nostri morti
    che, per causa degli umani inganni,
    ci anno in anticipo lasciati.
    E ci affanniamo a render loro giustizia
    chiedendo la testa di chi, insofferente
    agli umani bisogni, han provocato l'ingiustizia.
    E i forti poteri si rincorrono, con promesse
    che vogliono essere forti e decise
    per lasciare il loro segno, a offuscare
    nel futuro promesso, la memoria
    di chi, loro stessi, a morire han condannato.

    E la primavera intanto avanza
    portando, con se, una nuova promessa;
    la nuova novella che la vita rigenera,
    che il mondo, anche senza di noi,
    nel suo divenire, la sua strada continua.
    Francesco Verducci
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