Poesie di Federico Cesareo

Questo autore lo trovi anche in Racconti.

Scritta da: fredd13

Transitare verso Dio

A che varrebbe del mortal la vita, a quale scopo,
a qual missione data, s'altro non fosse
che nascere e morire, come mattin, meriggio,
e notte infine!
Ben si conosce qual è terren destino
e ancor peggio s'avverte nell'arduo cammin
verso la meta.
C'è chi si affanna e chi pigro s'indugia,
entrambi intenti l'ultimo traguardo,
presto e tardi, a tagliar; ma qual è
il premio, quale l'ambita sorte.
Varcar la fatal soglia esser potria
ma sol per chi con grave affanno
e periglioso sire, il suo sentier percorre.
Da mali e dal dolor perseguitato,
altro Ei non brama che ai suoi dì per fine,
e ai suoi torrenti.
Ma stesso non saria per chi nella dovizia
e nei piaceri trascorse il tempo suo,
ed Ei paventa quel che l'altro invoca.
Ed ancor che fine di chi venuto
ratto ne uscia senza orme lasciar;
qual è il suo premio, quae ne è il disegno,
quale lo scopo della terren comparsa!?
E se Vita fosse Morte, da quali lidi
dannati noi saremmo qui a condurla!?
E seria morte allor rinascita! A che cosa?
A qual seren ritorno?
E ancor minima seria alfin la pena,
anche se lungo fosse, in queste urane
spoglie, il permanere.
Or del Mister qual è la soluzion disiata,
qual è la Verità?
C'è chi a Dio si volge ed in Lui confida
per impanare l'intricata tela e chi agli Astri
dimanda, chi alle Scritture: ma a niuno
di costor saper n'è dato come squarciare
dell'ignoto il velo: scienza non avvi, non
strumento alcuno, atto ad esplorar la Sua soave
nebbia.
Sol chi dentro se stesso sa trovare la risposta
al Quesito, solo a costui, Fede, Speranza e
Amore, spianeranno il cammin
verso la Luce di Te o Signore.
Federico Cesareo
Composta mercoledì 23 marzo 2011
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    Scritta da: fredd13

    Raggio di luna

    Voglio chiudere gli occhi
    per correre sulle praterie del tempo
    ed inseguire i sogni che fuggono veloci.

    Voglio imprigionare il vento
    che chiama le ultime foglie
    a seppellir i ricordi sul viale dell'autunno

    Tu fuggi ma rimani,
    sparisci ma ti vedo e ti sento;
    e ovunque tu ti nasconda
    sei presente
    finché anelito di vita alleggerà
    sul cuore scavato nella roccia.

    E sui sentieri impervi del tramonto,
    nell'arena delle mie lotte,
    nella selva dei miei rancori
    nelle oasi del deserto,
    io ti chiamero per parlarmi d'amore.

    E un giorno ti fermerai
    incoraggiata da un pallido
    raggio di luna.
    Federico Cesareo
    Composta venerdì 25 settembre 2009
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      Scritta da: fredd13

      Transitare verso Dio

      A che varrebbe del mortal la vita, a quale scopo,
      a qual missione data, s'altro non fosse
      che nascere e morire, come mattin, meriggio,
      e notte infine!
      Ben si conosce qual è terren destino
      e ancor peggio s'avverte nell'arduo cammin
      verso la meta.
      C'è chi si affanna e chi pigro s'indugia,
      entrambi intenti l'ultimo traguardo,
      presto e tardi, a tagliar; ma qual è
      il premio, quale l'ambita sorte.
      Varcar la fatal soglia esser potria
      ma sol per chi con grave affanno
      e periglioso sire, il suo sentier percorre.
      Da mali e dal dolor perseguitato,
      altro Ei non brama che ai suoi dì per fine,
      e ai suoi torrenti.
      Ma stesso non saria per chi nella dovizia
      e nei piaceri trascorse il tempo suo,
      ed Ei paventa quel che l'altro invoca.
      Ed ancor che fine di chi venuto
      ratto ne uscia senza orme lasciar;
      qual è il suo premio, quae ne è il disegno,
      quale lo scopo della terren comparsa!?
      E se Vita fosse Morte, da quali lidi
      dannati noi saremmo qui a condurla!?
      E seria morte allor rinascita! A che cosa?
      A qual seren ritorno?
      E ancor minima seria alfin la pena,
      anche se lungo fosse, in queste urane
      spoglie, il permanere.
      Or del Mister qual è la soluzion disiata,
      qual è la Verità?
      C'è chi a Dio si volge ed in Lui confida
      per impanare l'intricata tela e chi agli Astri
      dimanda, chi alle Scritture: ma a niuno
      di costor saper n'è dato come squarciare
      dell'ignoto il velo: scienza non avvi, non
      strumento alcuno, atto ad esplorar la Sua soave
      nebbia.
      Sol chi dentro se stesso sa trovare la risposta
      al Quesito, solo a costui, Fede, Speranza e
      Amore, spianeranno il cammin
      verso la Luce di Te o Signore.
      Federico Cesareo
      Composta martedì 22 marzo 2011
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