Le migliori poesie di Clemente Rebora

Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi.

Scritta da: Silvana Stremiz

Notturno

Il sangue ferve per Gesù che affuoca.
Bruciamo! Dico: e la parola è vuota.
Salvami tutto crocifisso (grido)
insanguinato di Te! Ma chiodo al muro,
in fìsiche miserie io son confitto.
La grazia di patir, morire oscuro,
polverizzato nell'amor di Cristo:
far da concime sotto la sua Vigna,
pavimento sul qua! Si passa, e scorda,
pedaliera premuta onde profonda
sai fa voce dell'organo nel tempio -
e risultare infine inutil servo:
questo, Gesù, da me volesti; e vano
promisi, se poi le anime allontano.
Bello è l'offrir, quale il fiorire al fiore;
ma dal sognato vien diverso il fatto.
Padre, Padre che ancor quaggiù mi tieni,
fa che in me l'Ecce non si perda o scemi!
A non poter morire intanto muoio.
Il sangue brucia: Gesù mette fuoco;
se non giunge all'ardor, solo è bruciore.
Maria invoco, che del Fuoco è Fiamma;
pietosa in volto, sembra dica ferma: -
Penitenza, figliolo, penitenza:
prega in preghiera che non veda effetto:
offriti sempre, anche se invan l'offerta;
e mentre stai senza sorte certa,
umiliato, e come maledetto,
Dio in misericordia ti conferma.
Clemente Rebora
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Silvana Stremiz

    Dall'immagine tesa

    Dall'immagine tesa
    vigilo l'istante
    con imminenza di attesa -
    e non aspetto nessuno:
    nell'ombra accesa
    spio il campanello
    che impercettibile spande
    un polline di suono -
    e non aspetto nessuno:
    fra quattro mura
    stupefatte di spazio
    più che un deserto
    non aspetto nessuno:
    ma deve venire,
    verrà, se resisto
    a sbocciare non visto,
    verrà d'improvviso,
    quando meno l'avverto:
    verrà quasi perdono
    di quanto fa morire,
    verrà a farmi certo
    del suo e mio tesoro,
    verrà come ristoro
    delle mie e sue pene,
    verrà, forse già viene
    il suo bisbiglio.
    Clemente Rebora
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Silvana Stremiz

      La mia vita, il mio canto

      L'egual vita diversa urge intorno;
      cerco e non trovo e m'avvio
      nell'incessante suo moto:
      a secondarlo par uso o ventura,
      ma dentro fa paura.
      Perde, chi scruta,
      l'irrevocabil presente;
      né i melliflui abbandoni
      né l'oblioso incanto
      dell'ora il ferreo battito concede.
      E quando per cingerti lo balzo
      -' sirena del tempo -
      un morso appéna e una ciocca ho di te:
      o non ghermita fuggì, e senza grido
      nei pensiero ti uccido
      è nell'atto mi annego.
      Se a me fusto è l'eterno,
      fronda la storia e patria il fiore,
      pur vorrei maturar da radice
      la mia linfa nel vivido tutto
      e con alterno vigore felice
      suggere il sole e prodigar il frutto;
      vorrei palesasse il mio cuore
      nei suo ritmo l'umano destino,
      e che voi diveniste - veggente
      passione del mondo,
      bella gagliarda bontà -
      l'aria di chi respira
      mentre rinchiuso in sua fatica va.
      Qui nasce, qui muore i! Mio canto:
      e parrà forse vano
      accordo solitario;
      ma tu che ascolti, recalo
      al tuo bene e al tuo male;
      e non ti sarà oscuro.
      Clemente Rebora
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Silvana Stremiz

        Gira la trottola viva

        Gira la trottola viva
        sotto la sferza, mercé la sferza;
        lasciata a sé giace priva,
        stretta alla terra, odiando la terra;
        fin che giace guarda il suolo;
        ogni cosa è ferma,
        e invidia il moto, insidia l'ignoto;
        ma se poggia a un punto solo
        mentre va s'impernia,
        e scorge intorno vede d'intorno;
        il cerchio massimo è in alto
        se erige il capo, se regge il corpo;
        nell'aria tersa è in risalto
        se leva il corpo, se eleva il capo;
        gira - e il mondo variopinto
        fonde in sua bianchezza
        tutti i contorni, tutti i colori;
        gira, e il mondo disunito
        fascia in sua purezza
        con tutti i cuori per tutti i giorni;
        vive la trottola e gira,
        la sferza Iddio, la sferza è il tempo:
        così la trottola aspira
        dentro l'amore verso l'eterno.
        Clemente Rebora
        Vota la poesia: Commenta