Scritta da: Andrea Sergi

Il canto del cigno

Guardai il cielo
di nuvole stanche scolpito
in attesa
che un vento borioso
e deciso
le soffiasse più in la.

Che s'aprisse d'immenso
tingendo quel telo
sfumando quei nembi d'azzurro
esplodendo di sole
e di luce.

Ma non venne
e le nuvole si strinsero
a branco, come lupi famelici,
minacciose
e scacciarono via
anche il poco chiarore
rimasto

mentre apparivano
come lame taglienti
dei riflessi di luce
che saettando
sembravano affettassero
il cielo scomparendo
per incanto

lasciando

come un urlo un boato
che scuoteva il silenzio
in un vibrare crescente
nel tintinnare dei vetri.

Arrivò l'acqua, gocce come
acini d'uva trasparenti
che man mano ingrossando
disegnavano cerchi rimbalzando
nel vuoto.

Addio estate.
Andrea Sergi
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