Come chiave d'oro che apre al paradiso, Messina spalanca la porta alla Sicilia perla incantevole. Bella Messina, che si lascia corteggiare da due mari, contemplata dall'alto dalle sue montagne, sempre spettinata dal vento, bagnata dal mare ed asciugata dal sole, Messina presa per mano dalla Madonna. Bella Messina quando dondola dolcemente le navi del suo porto, quando incoraggia e protegge il sudato lavoro dei suoi pescatori, quando saluta piangendo ma aspetta con ansia il ritorno d'un suo figliuolo che s'allontana senza lavoro, quando, nelle sue ville, accompagna il lento andare d'un vecchio, guarda commossa gl'innamorati delle sue panchine, gioca trasformata in bambina con i suoi piccoli. Bella Messina quando si tinge di giallorosso dietro la sua squadra, quando si pavoneggia per accogliere i forestieri, quando, tutta parata, si trucca con i colori della vara ed il mito dei Giganti, divertente e scapestrata come il suo dialetto. Messina lunga donna dagli esili fianchi con gli occhi blu come il suo mare ed i capelli d'oro come il sole delle sue spiagge, baciata sulla superficie del mare da mille gabbiani, che col suo stretto maliziosamente s'avvicina senza lasciarsi toccare, Messina che all'alba apre gli occhi sul mare e di notte s'addormenta sotto un lenzuolo di mille luci. Messina solare dalle ali libere verso l'orizzonte con gli occhi luminosi mai annebbiati, sposa d'un clima ch'è armonia in ogni stagione, Messina che con frutti e fiori profuma di primavera. Bella Messina defunta ma risorta dopo il 1908, Messina che vuole andare avanti, che non vuol morire più, vestita ormai di abiti sempre più moderni. Bella la mia Messina è la mia terra, la mia città, qui sto bene, sono felice. Ogni sua strada, ogni sua via è casa mia, il mio giardino. In lei sono nato ed in lei voglio morire.
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