Con passo incerto percorro infiniti spazi. Come rondini i miei pensieri migrano dalla mia mente. Stanco trovo ristoro su di un ceppo d'ulivo che quieto cura l'anima. Chiamasti quel luogo amore che io il suo nome dimenticai nel tempo. Li fummo sinceri raccogliendo i frutti l'uno dell'altro. Parte di quei frutti attende ancor d'esser colta. Monito a memoria di ciò che era. Scalzo mi addentro nella valle dei ricordi di loro impregno il mio essere. Il pensiero fugace, sotto mentite spoglie, accompagna il mio incedere. Satollo abbevero l'arsura della memoria. Privato della sete cangianti quadri del passato sfilano nella galleria della mia mente. Le immagini mutano in emozioni e come uno tsunami travolgono la mia anima.
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