Venisti a me velata da vivacità trattenuta aleggiava sul viso offuscava lo sguardo scintillante forse erano gli eccessi di amori malvissuti che si agitavano negli anfratti bui della memoria forse era l'incauto veleggiar di caldi pensieri fra le parole forse era il dolore di un altro mattino senza orizzonti forse era l'attesa dell'unico amore ma quando ti rivelai il suono nudo della mia parola il silenzio tenuto per anni nella gola e i desideri naufragati nella tremula luce degli occhi raccogliesti i miei sogni le tue labbra tradirono la volontà e mi accarezzasti con versi leggeri di baci e boccioli di rosa era così venuto il momento di rivelare il traboccare d'amor fremente e di riaccendere le mie notti senza luna e i miei mattini sbiaditi.
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