Come una conchiglia trovata in riva al mare, è la mia vita vuota che non sa più amare. Per colpa di una donna a me non più devota, che mi ha reso infelice, mi ha reso idiota. Rideva del mio amore, delle mie carezze audaci, e senza vergogna ad altri regalava i suoi baci. sono stato il suo zimbello, il suo schiavo devoto, ma lei mi gettò via come un vaso vuoto. Io non conobbi donna più cinica e crudele, diceva di amarmi, ma non fu mai fedele. Io l'amavo e per lei avrei fatto tutto, ma la colpa è mia se l'anima ho perduto. Quando si ammalò del fatale mal francese, quando sola e stanca la mia mano chiese, solo allora capì quanto fui caduto in basso, e nel letto la lasciai con il suo lenone grasso. Quel male che la condannò quand'era bella, che la privò di quella vita gaia e novella, quel male che deturpò il dolce suo bel viso, a spento in lei il peccato ed il sorriso. Quanto la odiai per il dolore che ho vissuto, ora riprendo al mia vita che avevo in lei perduto. E a lei, dentro la bara, nel suo sudario avvolta, le rinnovo il mio disprezzo per l'ultima volta.
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