Ero sulla soglia dell'età verde quando una sera ti vidi passare e seguii la tua ombra fino ad un portone serbando per giorni nella mente un viso viso vagheggiato e tinteggiato da un albore che spunta solo quando il cuore sogna e al mattino ricorda intatto il suo dire. Fu un inseguire furtivo e segreto che tallonava una femminea figura un affacciarmi continuo nella serra ove cresceva prospero il tuo germoglio.
Trascorse del tempo, non so quanto prima che ti rivolgessi la parola e una vampa rosea abbagliasse i nostri occhi. Eri leggiadra, le tue unghie avevano il colore della rosa scarlatta, dardi scoccavi e infiacchivi il mio coraggio che a te mi avvicinava con passi intimoriti. Si accorciava poi la dolce lontananza petali spuntavano dal grembo del sogno il tuo respiro accelerato e ansante come il mio rompeva il silenzio e dava fiato a parole mai udite. Oh rosa come profumavi di soave e di speranza!
Ancella in divenire quali mondi spalancavi come mi soggiogava la tua onda di tenerezza in una avventurosa incertezza e illusione mi cullava quante girandole multicolore esplodevano intorno: era stagione di fiori e tu l'aura grazia dell'amore! Cessati i preludi e tutti lontani alitammo felici tra divini riflessi di luce e vagammo tra le stelle nei pelaghi del cielo. Perché precipitoso poi vanì il nostro sogno tra i gorghi della sorte! Dove sei ora, sarai viva, sarai sepolta?
Te cercando va cuore immiserito di porta in porta te rincorro nelle tenebre infinite colomba bianca! Se cielo fiume mare monte o orizzonte affisso nella triste ora te va cantando il cuore illanguidito memore amore di mia prima giovinezza!
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