Ritornano gli echi e osservo, occhi osservare; fuori, da tersi vetri fresca rugiada su prati, e nostri canti, - oh, noi beati! -, nel cogliere fiori a vestire capelli, e dolce riappare, di mille incanti il sapore, dell'accudire tue bambole care, o del mio scalciare una semplice palla, o forse di quella ricerca un po' strana di dare amore, e da margherite sfogliate dell'ama, - comunque amare! -, ma mentre cadono petali è già subito brina,
e allora adesso ritornano gli echi e ancora osservo, occhi osservare; dentro lo specchio due spalle convesse, e bianco crine riflesso dietro due lenti appannate dai disincanti dei troppi affanni, e pur se l'acre ricordo dei giochi riaffiora, è nell'amor da quei dì seminato nuovo l'incanto, sicché rimbomba, - ha il senso ora! -, del nostro siamo per quel che eravamo, e in quanto dato agli scavi degli anni, anche se adesso le foto ingiallite ho davanti,
di allora ancora ritornano gli echi ma osservo occhi; con occhi diversi, li osservo osservare!
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