Tu dillo e sempre com'è che chiameresti l'alba, come ti piace dare il mio nome alle cose affini, alle tue mani. Fa come fossi la zagara e l'odore, il giro delle foglie senza malinconia nel vento che l'autunno viene e solleva. L'attimo di me la nostra ampia primavera dillo che l'hai fermata dentro un abbraccio (anche solo in un verso); che guardandomi il viso - tuo riflesso- il sorriso è il sale che ti mancava.
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