Che senso ha coprirmi di attenzioni proprio ora che mi stai lasciando? E perché continui a cucinare che non abbiamo neanche voglia di mangiare?
Da dietro ti guardo di sfuggita mentre tu trambusti tra i fornelli, vedo il tuo collo bianco e il tuo codino e le tue gambe sottili di bambina; e il cuore mi si gonfia di tristezza.
Poi ti giri e nel tuo viso contratto leggo una dura ostinazione e da un puntino nero della pelle che non ti avevo mai notato prima sembra sprizzare fuori il tuo rancore. Non riesco a capire cosa ho fatto per suscitare un odio così forte.
Tuttavia mi prepari il caffelatte col pane raffermo, che a me piace, cosa che tu mai facevi prima; mi sembra un gesto pietoso come quando si offre un lauto pranzo al condannato prima di trascinarlo dal suo boia.
Che me ne importa a me del caffelatte se ora tu vuoi andare via? Che importa a me di lavorare, che m'importa dei soldi e della roba? Che m'importa di finire sotto un camion, che m'importa di cadere da un ponteggio, che m'importa di morire per un cancro se ora vuoi andare via? Non m'importa, non m'importa, non m'importa proprio niente.
Commenti