Al tratto incerto di un'alba appena sorta, ti avviasti al termine del tuo cammino di questa bieca vita, ma se all'alzar dell'arma, una mano molto amata, si fosse posta ardita a deviar mira, e la sua cara voce t'avesse sussurrato. Amore, cuore mio, non lo puoi fare, non potrei mai e poi mai lasciarti andare, ascolta, l'emozione del sorgere del sole, che sveglia la natura e scalda il cuore, fermati e osserva le tinte dolci della primavera, assapora gli aromi della brezza mattutina, respira forte, prenditi il tempo che ci vuole, non scordare chi ti è accanto con amore. Un attimo, un secondo, possono bastare, per respingere l'orrore della morte! Ma tu accecato dal disperato pianto, sordo ed insensibile all'accorato appello, alzasti l'arma, ed al leggero tocco, contraesti il dito e il devastante colpo, si perse nell'aria tersa del mattino, segnando così la fine del tuo destino. Negli occhi il pianto, il cuore in mano, ma tu per me, eri già, troppo lontano.
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