Post inseriti da Rosa Maria

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Scritto da: Rosa Maria
La moderna società sta diventando intollerante verso gli aspetti umani e normali, di situazioni, contesti e persone. Alcuni credono che l'emancipazione sia una sorta di mummificazione: tutti eretti e sempre in tiro, ma non è così. L'emancipazione non la fa solo il costume, ma l'evoluzione del pensiero. L'intolleranza non è emancipazione. L'umanità è allo sbaraglio, incapace di gestire emozioni, buone o meno, sentimenti e, di conseguenza, comportamenti.
Io non sono una signora quando indosso un abito elegante e un tacco a spillo con portamento, sono una signora quando mi mostro tollerante verso ciò e chi mi circonda e quando non limito la libertà di un altro. Non è il portamento, ma il comportamento, a fare la differenza. È inutile avere un abitino griffato quando non si ha una buona parola da spendere.
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    Scritto da: Rosa Maria
    Sto aspettando il mio uomo, o almeno lui dice di esserlo ancora, anche se a volte ho l'impressione che non lo sia più. Non arriva. Avevo un impegno importante, ma lui non arriva. Sono in auto, ancora lo aspetto. Non arriva. Mi sento quasi scema, trattengo le lacrime, mentre mi chiedo dov'è e con chi. È uscito stamani alle 8 e non mi ha neanche svegliata. È andato via in silenzio, lo stesso silenzio assordante che in questo periodo accompagna la nostra storia. Non è andato a lavoro. Non so dove sia con certezza e ho paura che sia troppo lontano, troppo lontano da me, per riuscire a sentire le mie paure, le paure che ogni giorno, nel silenzio assordante, mi tormentano. Forse è stanco. Stanco di me e della mia vita complicata. Ho paura che da un giorno all'altro, uscendo di casa, chiuda la porta per sempre, in silenzio. Ho paura di perderlo, ma in questo momento mi sto domandando se forse non l'ho già perso nel silenzio delle parole che non riesce a dirmi. Credo abbia voglia di una vita nuova, di un amore più semplice di quello che una madre può offrirgli. Vorrei che le trovasse quelle maledette parole da dirmi... anche una sola, un ti amo o un addio. Il silenzio no. Il silenzio fa troppo male e troppo rumore, quello dei ricordi, di come eravamo e di come vorrei ritornassimo ad essere.
    Le auto passano, qualcuno di sfuggita accenna ad un saluto, nessuno pensa mai che dietro un ciao possa nascondersi un addio, eppure la vita è imprevedibile. Lo schianto è sempre questione di un attimo, una distrazione può costare la vita, come la vita di un amore.
    Ieri, per caso, ho acceso il pc e mi sono trovata davanti le notifiche delle tue chat. È bastata una tua distrazione a distruggere ogni mia certezza... è bastato lasciare memorizzata la password e aperto l'account, per farmi vedere una realtà che ignoravo. È bastata una mia distrazione a far sì che tu cercassi amore da un'altra parte, attenzioni in un'altra donna. Ho sbagliato. Ora osservo le auto in corsa e mi accorgo di averti lasciato andar via, ignoravo che un ciao potesse celarsi un addio, ignoravo che il silenzio potesse aprire le porte ad un altro dialogo e chiuderle ad un amore. Sono ferma. La mia auto e ferma, mentre tutte le altre percorrono le strade della vita per raggiungere la propria metà. Qualcuno va via, qualcuno fa ritorno. Nel rumore assordante del nostro silenzio e nel rumore della città, giro la chiave e metto in moto la mia auto, la mia vita. Vengo a raggiungerti e ti chiedo di venirmi in contro, perché una distrazione non può costare un amore.
    Composto martedì 30 agosto 2016
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      Scritto da: Rosa Maria
      La vita è come la scrittura, ci sono i punti di domanda e le affermazioni, indelebili come una macchia di inchiostro su un foglio bianco. Ci sono le parentesi, le pause, le virgole. Al di là delle parole c'è la narrazione, realtà incisa su di un foglio, intrisa di fantasia, ma anche di consapevolezza. Nella vita, come nella narrazione, dobbiamo dosare le parole e utilizzare in maniera corretta la punteggiatura, che cambia tutto in un solo attimo. Ognuno di noi ha il potere di correggere la propria vita, come di riscriverla. Siamo le pagine di un di diario piene di errori e di refusi, alcuni fatti con consapevolezza, altri dovuti all'emozione del momento, di gioia o di sconforto. Non ho mai cancellato nulla della mia vita, ho solo voltato pagina e continuato a scrivere le mie memorie, piene di gioia e di dolore. Sono viva. Sono umana. Sono protagonista del mio destino, anche quando gli avvenimenti della vita capovolgono la sceneggiatura che avevo immaginato e scritto con cura. Ci sono eventi della vita che non possiamo cambiare e di questi fanno parte le persone che non potranno mai far ritorno, i nostri angeli in paradiso. Poi in un angolo remoto della fantasia ci sono le persone che fanno parte della nostra vita e scrivono insieme a noi le pagine di una storia infinita. Non c'è dato conoscere il futuro, ma solo imparare dal passato. Io ho perdonato e continuerò a farlo nel rispetto della mia persona e di quelle che fanno parte della mia vita, i miei figli prima di tutto. I rapporti umani sono come un fiore e per questo necessitano di una cura costante. Se non seminiamo amore, raccoglieremo solo miseria.
      Composto lunedì 29 agosto 2016
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        Scritto da: Rosa Maria
        Non bisogna mai commettere l'errore di contenere la rabbia, perché questa quando esplode se non uccide noi distrugge ciò che ci sta intorno. Al contrario bisogna controllarla ed esternarla in maniera sana, lasciando che diventi costruttiva per noi stessi e utile per ciò che ci circonda.
        Negli anni ho costruito castelli di rabbia con enormi biblioteche al loro interno e pareti colorate che hanno fatto da cornice al mio dolore. Ho incorniciato la tristezza e la disperazione. Ho raffigurato il dolore e contenuto l'ira. Ho fatto tesoro di ciò che ho avuto fatto, questo ha fatto di me una persona migliore.
        Non mi ritengo perfetta, anzi, mi accorgo spesso di peccare d'indulgenza, perché in cuor mio continuo a rimanere convinta che chiunque abbia le abilità per fare lo stesso. Alcuni non vogliono migliorare se stessi, ma solo il proprio tenore di vita, che non ha nulla a che vedere con quello umano e spirituale. Ma ciò non toglie il fatto che chi mi ha tolto tutto mi ha donato un'enorme ricchezza interiore, di cui oggi mi prendo cura gelosamente, cercando sempre di dare al mondo il meglio di me stessa, soprattutto a chi mi ha riservato il peggio, con l'augurio che possa trovare un tesoro interiore, poiché a loro anziché il mio disprezzo ho riservato la mia compassione.
        Composto venerdì 12 febbraio 2016
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          Scritto da: Rosa Maria
          La verità è che a volte si cambia per paura del cambiamento. L'abitudine è il percorso più semplice, quello già battuto. È quel bivio davanti al quale ci fermiamo. Quello che ci cambia dentro lasciando tutto allo stesso posto fuori. È una stanza apparentemente ordinata, ma basta aprire un cassetto per scoprire il caos che in realtà c'è dentro. La vita è quella stanza, il cuore quel cassetto che cerchiamo sempre di mettere in ordine, ma che spesso non riesce a contenere tutto ciò che ci mettiamo dentro. L'abitudine è l'incapacità di mettere ordine dentro la nostra vita e la capacità di lasciare tutto al proprio posto intorno a noi. Il cambiamento spaventa. La fine come l'inizio spaventa, per questo rimandiamo sempre a domani quello che, invece, dovremmo fare oggi: mettere ordine nella nostra vita. È semplice dare un nome e un posto alle cose, più difficile lo è dargli un valore e un ruolo. Spesso nel fare ordine nella nostra vita sbagliamo, mettiamo alcune persone al centro e altre in disparte, convinti che quello sia il loro posto... poi apriamo quel maledetto cassetto e ci chiudiamo dentro sentimenti, pensieri, canzoni, foto... e spingiamo affinché tutto stia dentro. Nel cassetto nulla è al suo posto, cosi come nella vita, ma tutto ci sta dentro, fino al giorno in cui, inevitabilmente, raggiunto il limite tutto salta fuori. È il giorno della scelta. La scelta non è mai immediata, né scelta... è sempre la conseguenza di tutto ciò che abbiamo rimandato a domani. Stasera sono arrivata a casa e nel mio cassetto non c'era più posto, cosi ho raccolto gli ultimi mesi e li ho chiusi in una scatola, quella dei ricordi... non si buttano via gli attimi... si conservano... ma si fa spazio ai nuovi.
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            Scritto da: Rosa Maria
            Non si dimentica nulla, con il tempo si impara a ricordare senza farsi male e a proseguire senza tentennare. Non bisogna mai lasciare che la paura prenda il sopravvento sulla voglia di vivere. Vivere vuol dire rischiare, correre il rischio di essere felici, come di farsi male. Dopo una caduta ci verrà naturale chiederci se sarebbe meglio fare due passi indietro o uno avanti. La strada dietro di noi ci sembrerà troppo ripida, mentre quella davanti solo in salita. Ci alzeremo senza equilibrio e faremo un passo, non importerà se avanti o indietro; faremo un passo che determinerà il nostro domani. Ai più fortunati, a quelli che caduti tante volte non si saranno mai fermati, la vita all'improvviso tenderà una mano. Questa sarà quella di un amico, di un parente o di un nuovo amore. Qualsiasi cosa accada, che siate soli o che ne abbiate solo l'impressione, alzatevi. La strada è solo il cammino; il mezzo siete voi. Il fine è vivere; il traguardo non fermarsi.
            Composto mercoledì 5 agosto 2015
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              Scritto da: Rosa Maria
              Dopo aver fatto l'amore ci addormentavamo abbracciati. Le nostre gambe incrociate ci incatenavano come le nostre dita: mani nelle mani. Adoravo sentirmi incastrata e mi sento ancora così, anche se non ci sei più. La cosa che mi piaceva è che col tempo anche tu hai iniziato a cercare quel contatto intimo, che andava oltre l'amore fisico. Amare qualcuno è sempre una scelta; l'amore, invece, è un atto di totale abbandono. Ricordo ancora la prima volta che le tue dita lentamente si incastonarono tra le mie, ne fui sorpresa. Come mi sorprese il fatto che dopo un po' dormire abbracciati diventò naturale anche per te, come cercare il contatto nel sonno e non la propria parte di letto.
              Composto mercoledì 28 gennaio 2015
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