Scritto da: Oliviero Amandola
Haibun: la solita recita di Natale

C'è troppo benessere nei centri commerciali e troppa povertà nelle persone.
C'è troppa gente che compra regali e troppo pochi che si adoperano per regalare un po' del loro tempo a chi è solo.
C'è una pianta di Natale per l'entrata ed un'altra per l'uscita.
C'è un uomo solo, sguardo a terra, cappellino per il freddo come ciotola per l'elemosina, e con gli stessi vestiti della settimana scorsa.
C'è molta gente che cammina senza guardarlo con i mano regali, telefonini, abiti sempre alla moda e borse piene di cibi, e qualcun altro che invece si ferma cronometrando la propria generosità.
Forse è proprio su questi dislivelli di scale mobili, di entrate e di uscite, che si incontrano il perbenismo e l'indifferenza, l'ipocrisia e la beneficenza.
Vita moderna, mostruosa! - oggetti, padroni del nostro spazio vitale, gente piena di maschere di Natale.
C'è poi, lontano dalle compiacenze, un bambino che legge un libro di poesie
e un quadernetto al tramonto.
Appoggio la mano ad un albero, prendo in prestito un battito...
c'è alla fine chi ti guarda stupito quando ti vedono portare del cibo a chi a freddo e fame.

Candele accese
circondate da cose
superficiali.
Composto domenica 24 dicembre 2017

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