Scritto da: Martina Boselli
Ho visto l'amore vero e aveva gli occhi di mio nonno.

Ci hanno detto che le cose rotte poi non funzionano più. Che vanno buttate via.
I miei nonni sapevano riparare di tutto invece.
Da una lacrima per un rimprovero di mia madre sapevano far nascere un sorriso per un panino ad olio con la nutella, ad esempio.
Ci hanno detto che quando una cosa non va, inutile insistere. Meglio metterla da parte e non perderci troppo tempo.
Mio nonno invece, mi ha insegnato che il maggiolone che arranca sulle salite se lo curi un po' ogni giorno, con pazienza e dedizione, se gli cambi l'olio, fai manutenzione, gli pulisci i filtri, può tornare a funzionare come prima. Anche meglio di prima.
Ci hanno detto che quando ti procurano uno strappo dentro l'anima, questo può solo allargarsi e non più richiudersi.
Mia nonna era sarta e mi ha insegnato che se con delicatezza e accortezza cuci per bene dove c'è una sdrucitura e te ne prendi cura ricordandoti che quella ferita lì, ti ha reso speciale, puoi farcela a superarla. Certo, non la dimenticherai, ma ripensandoci avrai comunque un sorriso. Il sorriso di chi ce l'ha fatta.
I miei nonni sono stati insieme per ben sessantasei anni. E di certo non sono restati immuni da crisi, ma sono restati insieme nonostante questo.
Credo non ci sia cosa più bella di un amore vero e duraturo.
Ricordo quando morì mia nonna, ero poco più di una bambina, ma non abbastanza piccola da ricordare che ogni mattina, mio nonno usciva di casa e andava a raccogliere un fiore che poi metteva in un vaso che riempiva d'acqua, lo poneva al centro della tavola ed esclamava ad alta voce: "Cara, questo è per te. Ma tu resti sempre il fiore più bello, non temere." E poi, sorrideva ad un angolo della stanza.
È lì che ho appreso che il vero amore dura per sempre.
Il loro è stato un amore che non ha saputo invecchiare se non insieme, non ha saputo dividersi nemmeno con l'arrivo della morte, non ha saputo confondersi, lasciarsi, spezzarsi, ma che è rimasto unito sempre. E io voglio un amore così. Uno che mi dica che sono sempre bella anche con tante rughe, con l'affanno, con l'andatura lenta.
Uno che mi dica che non so cucinare – perché so di non esserne capace, esattamente come la nonna – ma che poi, rimpianga i miei pasticci culinari quando non li assaggerà più.
Uno che mi tenga accanto a se senza allontanarmi, anche e soprattutto quando ho intenzione di andare via. Che mi porga il suo ombrello quando è tempesta fuori e dentro di me.
Che voglia me con tutte le incazzature, le lune storte, i pianeti contro e mi mostri che perfino i miei buchi neri possono essere belli se visti in due.
Io non so ancora bene cosa sia l'amore, però, so che esiste.
E dopo tutte le fregature prese, io merito un amore come quello dei mie nonni.
Tutti lo meritiamo.

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