Scritto da: Mariella Buscemi
Penso d'esser fatta di ritorni, ché le mie partenze han sempre avuto il carattere della fuga e l'impressione dell'irrisolto. Il cuore è immenso selciato e le emozioni ghiaiose han sempre fatto rumore sotto i passi lesti, sul parallelo sbagliato e su un meridiano che mi tagliava di netto. Tre scalini a salire e raggiungo l'equatore. Sì! Mi avevano sempre parlato dei toni di mezzo e dei colori brillanti, dell'eccesso che si smorza, delle sfumature calde, delle ore di luce e delle notti di luna nel riverbero d'ogni onda increspata. Quanta neve mi son portata dietro. Paura artica che mi faceva rimanere ferma, ferma e zitta, zitta. È stata una bella traversata. Se migrerò un altro po' più a sud, sarà mare e litri di coralli ovunque. Le nuvole sembrano seguirmi. Hanno sempre dell'indefinito, così sfumate e spugnose, ma un arcobaleno nuovo ha dipinto il cielo nero e l'oceano ritornerà azzurro. Devo esser già passata di qui; erano solo briciole quelle che avevo abbandonato, ma oggi mi stanno aiutando a ritrovare la strada di casa. A ritrovare te. Sento già i gabbiani.

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