Scritto da: Mariella Buscemi
M'interrogo al centro. Sono avanzate le risposte sulle domande mancanti. Le cerco negli incroci di sguardi e nei giochi di parole, forse, in un sogno o due, di quelli fatti alle prime luci di un'alba che germoglia sul davanzale per raggiungermi a letto. Un dormiveglia che protende ancora verso l'incoscienza. Ridestarsi sarà successione rapida d'illusioni e frammenti notturni, condensati, ché non sai mai quanto abbiano d'immaginato e di reale e un pizzico sul braccio non basta a distinguerli. Adesso, sono aurora e prima luce. La mano appena di traverso per evitare il sole. Scriverò parole sulla pelle, ma sapranno leggermi in pochi e mi sposteranno le ombre delle scapole pur di distendermi come fossi carta. Illeggibile. Non per tutti gli occhi. Sì, scriverò parole sulla pelle e ci sarà chi guarderà solo al centro, dove m'interrogo e a vederci il bianco, pretenderà d'inzupparci le dita come se sotto si nascondesse l'inchiostro nero e da sotto a sopra tracciare le mie superfici con le firme anonime. Poi, ci saranno i poeti. Uno c'è stato. L'ho conosciuto, una volta. Ha scritto e mi ha letta e le sue parole sono finite al centro, dove m'interrogo.

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