Scritto da: Violetta Serreli
Quando voi abbinate la conoscenza delle tecniche di giornalismo alle tecniche della psicologia, create un'autentica arma di distruzione di massa, perché riesce a manipolare le masse senza che se ne rendano conto e provocano a breve termine degli effetti devastanti sulla verità. A lungo periodo creano idee e stereotipi difficilmente estirpabili. Oggi un esempio per far capire come funzionano i media è la piramide dell'informazione. Le notizie non sono tutte uguali. Se una notizia viene data da un grande media ha un peso molto diverso che se viene data da un giornale locale o da un sito conosciuto. Un po' perché c'è la credibilità di un'istituzione, ma non è solo questa. I giornalisti, la maggior parte, hanno un atteggiamento tendenzialmente conformista. Sono pochi quelli che pensano con la propria testa. Tendono invece a replicare quella che ritengono l'opinione condivisa o legittima istituzionale. Questo provoca un effetto a cascata. Più il media è importante più tutti gli altri diranno la stessa notizia. Prendete ciò che è successo con l'influenza aviaria, la guerra in Iraq... Questo è pericolosissimo perché la nostra percezione è falsata e deviata. Alla fonte si gioca con la buona fede di chi ascolta. L'effetto a lungo termine è che a forza di manipolare le masse, queste arriveranno a non credere più alle istituzioni, si formano movimenti di protesta che possono essere gestiti in modo virtuoso e rigenerare la democrazia, ma possono anche essere gestiti da persone credibili che possono invece diventare dittatori. È ciò che è successo con Hitler. Per fortuna al giorno d'oggi, sta rinascendo il desiderio di democrazia, e molti - sempre di più - sfidano la comunicazione tradizionale per informarsi attraverso canali meno conosciuti. Questo può portare a una vera rivoluzione. Vale per la politica, per la religione. Chi crede ciecamente nei dogmi non ammetterà mai una verità diversa da quella conosciuta, neppure davanti a prove schiaccianti. I media preferiscono assecondare le ipotesi radicate nell'opinione pubblica, pur di non lasciarle gli strumenti per poter valutare indipendentemente ciò che accade.
Marcello Foa
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