Non ch'io neghi all'uom venale velleità, ma aride parole di furbizia e vanità, son disagio e disonore per l'intera comunità. Mai conobbi uomo d'animo ruderale, ristretto come vil soggetto... privo di dignità; risentito ed esacerbato, anaffettivo quanto basta, illuso ed irrequieto, l'uomo pubblico espleta con lodevole abilità l'esercizio sacro come fosse fonte fresca dalla quale attinger solitario per saziar la sete di denaro. E beve, beve, beve: l'uomo nero si disseta alla fresca sorgente del peccato e allontana tutti. Udite amici, egli ha costruito otto dimore per nostro Signore; instancabile e battagliero trova sempre un espediente per dire: "ho fatto tutto io", dimenticando che una comunità è composta di tante persone. L'uomo nero si perde sempre più nell'egoismo e nella oscurità, dimentico! (... dimentico di tutti i paesani che sborsano ed hanno sborsato, mentre intasca alla faccia di tutti!). Prosegue il cammin dell'esistenza ed immune rifiuta ogni sentimento; furbo e spietato, intimo amico della materialità, acerrimo nemico della moralità, si fregia di onori e virtù sminuendo il suo simile ed il mondo intero. Ma a chi credi di prendere in giro, uomo nero? Il male lo fai soltanto a te stesso... Dio ti benedica. Ne hai bisogno.
Composto martedì 4 luglio 2017

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