Io ero lì, seduta su una panchina ad aspettare. Aspettare impassibile. Impassibile al vento, che con una folata riusciva a entrare sotto la mia maglietta e farmi salire i brividi, ma il pensiero che sarebbe arrivato riusciva a riscaldarmi; impassibile agli sguardi altrui, agli sguardi delle persone che stanno sempre a giudicare, agli sguardi alla quale non importa tu cosa stia facendo o per chi lo stia facendo, perché saranno sempre lì pronti a giudicare e a puntarti il dito contro per non essere come loro: sempre al comando di qualcun altro, che pena... sono così monotoni, hanno paura di rischiare, di fare follie, di essere diversi...
Era ormai un'ora che aspettavo... quando un uomo anziano si avvicinò e mi chiese: "Ti sto osservando da un po' e da quello che ho potuto notare, sembra che tu stia aspettando qualcuno... perché?"
Stupita dalla domanda non mi affrettai a rispondere: "Per amore. Per cos'altro sennò?"
Il vecchio stupito dalla mia risposta, anche troppo matura per la mia età, rispose: "Capisco, ma non credo che tu ne sia così convinta."
Io, ormai furiosa dall'impudenza di quell'uomo, sbottai: " Beh, lei si sbaglia... per quale altro motivo sarei qui a congelarmi, a sorbirmi gli sguardi accusatori altrui, a essere umiliata, si perché questa è umiliazione, ma lei sa che c'è di nuovo? Quando si è innamorati non importa, non importa più di niente, perché l'amore oltre ad essere il sentimento più bello e più profondo di tutti, è anche sacrificio, per essere innamorati bisogna essere pronti a sacrificarsi per la persona che si ama, bisogna essere disposti a tutto e io lo sono.
Composto domenica 9 ottobre 2016

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