Ci sono momenti in cui dovremmo riflettere facendo un monologo, tra sé e sé. Il tutto assume la forma di un dialogo, come questo:
- c'era una volta... così iniziano tutte le storie. Una bambina che amava giocare. Amava correre in mezzo ai prati, tra i fiori...
- Scusa, se ti interrompo ma la conosco molto bene quella bambina ormai donna. Lei era una bimba che si mordicchiava le unghie e le sue guance arrossivano, per la timidezza. Sognava, eccome sognava! Sognava anche ad occhi aperti. Credeva al principe azzurro, di quelli delle favole, sopra un cavallo bianco che poi la salvasse dalla torre, dov'era prigioniera dei suoi pensieri malinconici. Potrei ancora raccontare tanto di lei. Dove sarà mai finita? Si è persa e non vuole ritrovarsi, forse!?
- Mi conosci molto bene! Sono io che non ti ascolto più, dandoti per scontato.
- Lo so, ti ho sempre suggerito cosa fare e come agire. Adesso, hai ben altro a cui pensare. Non sono più la tua priorità.
- Si, ho capito, è vero... ho mille cose a cui pensare della vita.
- Davvero!? E non pensi che ti potrei faciliterei la vita? Mi hai fatto male e sei stata male per troppo tempo! Tutte le volte soffrivo per te e tu soffrivi per me. Abbiamo sempre sofferto insieme ed anche gioito. Lo faremo sempre insieme, questo lo sai vero? Ah, se solo mi ascoltassi di più!
- Ti chiedo scusa per tutte le volte che hai palpitato ed io non ti ho ascoltato. Scusa quando tu sapevi quale decisione fosse più giusta per me ed io ho lasciato decidere ad altri. Scusa se ti ho fatto male per le ferite inflitte. In fondo, ho capito che ti ascolterò di più, come prima, più di prima. Senza di te non potrei vivere, ogni battito che fai per me, ti dico grazie perché sei la voce del mio cuore...
Composto domenica 3 giugno 2018
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