Scritto da: Anna Monacelli
È domenica mattina, le campane suonano l'Angelus, l'ora dell'aperitivo. Con il bicchiere in mano, risata rumorosa, qualcuno è desideroso di discutere di attualità "Hai sentito cosa è successo ieri?" E si attende con ansia la solita risposta di routine "La gente sta impazzendo". Il "la" per mettere in mostra tutta la propria capacità oratoria della circostanza, ripetendo ciò che mezz'ora prima del Campari si è letto su Facebook. Vengono sputate parole d'odio insieme a qualche pezzetto di salatino. Chissà se veramente stanno pensando a tutta la sofferenza, la paura di chi stava lì, mentre tentano di togliersi dalla bocca il nocciolo dell'oliva? Questo è il loro modo di approfondire i veri problemi che attanagliano il mondo. Qualcuno avrà anche lanciato una contro ipotesi, le ormai classiche e scontate contro ipotesi complottiste, prese per lo più dalla medesima fonte, Facebook. Poi pagano il conto, forse agli insegnanti da bar verrà offerto l'aperitivo, come ringraziamento per la lezione. Tornano tutti a casa, dove il pranzo della domenica li sta aspettando. Davanti alla lasagna ripeteranno la lezione appresa poco prima. Non avranno notato chi si è sbrigato a bere il proprio cappuccino nel bar, per non dover sentire oltre quei vomiti di inutile odio demenziale; non noteranno neanche il commensale, che in un silenzioso dolore taciturno si è stretto, immaginando le persone ed i momenti di terrore e provando un umile sconforto, misto a vergogna, di fronte a chi pensa di poter parlare senza sapere, credendo che l'unico sapere derivi dal commento dell'amico. Ma saranno orgogliosi, quando alzandosi dalla sedia, satolli di se stessi ed ubriachi del proprio ego al vino rosso, cercheranno il canale dove viene trasmessa la partita.
Composto martedì 17 novembre 2015

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