Arriva un giorno in cui tiri le somme, conti le lacrime e valuti bene il dolore ricevuto. È in quel giorno interminabile di nebbia, di freddo e di lucidità, in cui dopo una lunga meditazione, mentre le lacrime affogano la tua anima e ogni verità viene a galla, tutto ti apparirà così limpido e chiaro e mentre ogni domanda troverà la sua risposta prenderai l'unica giusta decisione. Una giusta straziante decisione ma l'unica che ti permetterà di respirare di nuovo la vita.
Quella sulle lacrime era ovviamente solo un'opinione, peraltro suffragata dalla presenza di "lacrime di fango" in altro post da me poco fa visionato.
Rispetto dunque la tua libertà di pianto, da cui peraltro ultimamente (non solo dal tuo, beninteso), sono letteralmente sommerso.
L'aggiunta del fango in verità mi apre prospettive inquietanti... : ))))
Pregevole il pensiero, ma ho due piccoli appunti:
1. Troppe lacrime: i sentimenti riescono spesso ad essere espressi senza la ricorrente assoluta necessità della parola "lacrime";
2. Il secondo periodo (..E' in quel giorno, ecc.) va rivisto, perché in evidente deficit di lingua italiana, che ritengo naturalmente motivato da una svista, probabilmente concomitante con l'attuale forte calura estiva... :))
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